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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2012 alle ore 10:18.

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I magistrati di Milano che indagano sul San Raffaele e sulla Fondazione Maugeri hanno messo le mani su una nuova lista di presunti evasori fiscali. La cifra dei soldi affiorati è impressionante: circa 400 milioni di euro. Il denaro era gestito da Giancarlo Grenci, fiduciario del faccendiere vicino a Comunione e Liberazione, Pierangelo Daccò, arrestato nell'ambito dell'inchiesta sul dissesto del San Raffaele e colpito da una nuova ordinanza di custodia cautelare per i 70 milioni di euro che sarebbero stati distratti dalla Fondazione Maugeri.
I pm Luigi Orsi, Laura Pedio, Gaetano Ruta e Antonio Pastore sono in possesso della lista dei clienti di Grenci e dei soldi che questi ultimi hanno affidato al fiduciario affinché ne facesse perdere le tracce all'estero.

I soldi seguono lo stesso tragitto dei 70 milioni che sarebbero stati distratti da Daccò e dagli altri cinque arrestati nell'inchiesta sulla Fondazione Maugeri. Da Lugano, sede della Norconsulting, i fondi confluiscono infatti su un conto domiciliato presso la banca Banif (Banco Internacional do Funchal) a Madeira, isola portoghese nell'Oceano Atlantico e noto paradiso fiscale. Da qui vengono sparpagliati verso altre destinazioni e si disperdono in decine di paesi.
Ai magistrati di Milano Grenci ha consegnato la lista dei movimenti di denaro relativi a Daccò e Simone ma per recuperare i dati sugli altri clienti del fiduciario è stato necessario chiedere per rogatoria internazionale un intervento delle autorità svizzere, che hanno perquisito la sede della Norconsulting al numero 5 di via Serafino Balestra a Lugano e hanno acquisito la movimentazione dei conti bancari.

L'inchiesta della procura di Milano, dunque, si allarga: nata dal dissesto del San Raffaele, è approdata attraverso le figure di Daccò e di Grenci alla Fondazione Maugeri ed è giunta all'individuazione dei capitali esportati all'estero. Grenci ha un ruolo chiave nelle indagini: è stato lui a raccontare ai magistrati dei viaggi del governatore della Lombardia Roberto Formigoni pagati da Daccò e dello stretto legame esistente tra i due.
Ma nelle 83 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Vincenzo Tutinelli, spunta anche lo Ior. È l'ex assessore alla Sanità della Lombardia e socio di Daccò in numerose società, Angelo Simone, a parlarne. Interrogato il 27 gennaio 2012, Simone parla degli stretti legami di Daccò con l'ordine religioso Fatebenefratelli e delle attività svolte per loro conto. «A tal fine – fa mettere a verbale – abbiamo costituito la società italiana Iuvans Srl che ha svolto un ruolo che oggi potremmo definire di general contractor, trasferito poi alla società Agens.

Abbiamo anche ricevuto finanziamenti dallo Ior...». Si indaga anche su un'operazione immobiliare che riguarda due ville in Costa Smeralda: una sarebbe stata acquistata a un prezzo irrisorio da Alberto Perego, definito da Grenci «segretario del presidente» Formigoni. E nuovi sviluppi potrebbero arrivare dopo l'interrogatorio di sabato di Costantino Passerino, direttore amministrativo della Maugeri, che ha ribadito come i contratti di consulenza venivano commissionati a Daccò perché «aprisse le porte» in Regione Lombardia. Ieri sono stati interrogati Simone, il commercialista Claudio Massimo e il consulente Gianfranco Mozzali. Oggi tocca a Daccò.

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