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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2012 alle ore 06:38.

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La Banca d'Italia è più ottimista sulle previsioni di crescita per l'Italia rispetto al calo del Pil dell'1,9 per cento nel 2012 previsto dal Fondo monetario internazionale (si veda l'intervento a pagina 12). Lo ha spiegato il direttore generale di Via Nazionale, Fabrizio Saccomanni, a margine della sua audizione in Senato, nella quale ha chiarito che le erogazioni creditizie nel nostro Paese hanno anche adesso un peso cospicuo e pari al 120 per cento del Pil.
Le previsioni del Fondo monetario «sono troppo pessimistiche», ha detto Saccomanni, ricordando anche che le stime della commissione Ue e della Bce sono migliori.
Nelle previsioni di Via Nazionale, «grazie alla riduzione delle tensioni sugli spread», ha detto Saccomanni, siamo a metà strada fra le due ipotesi di calo del Pil nel 2012 fra l'1,2% e l'1,5% avanzate dalla Banca d'Italia nei mesi scorsi. Saccomanni parlava subito dopo la pubblicazione dell'ultimo bollettino economico: un testo nel quale non si formulano nuove previsioni ma che certamente fotografa un'economia ancora in forte difficoltà e nella quale il bene scarso per eccellenza sembra essere proprio la crescita economica. «Resta molto elevata l'incertezza sulle prospettive dell'economia» si legge nell'editoriale che sintetizza il documento Bankitalia.
La possibilità che una ripresa prenda avvio a partire dalla fine dell'anno e prosegua nel 2013 dipende soprattutto dagli andamenti dei mercati finanziari e dai rendimenti dei titoli di stato. Tali rendimenti si sono avvicinati allo scenario più favorevole prospettato nel Bollettino economico dello scorso gennaio (quello che permette una crescita pari al-1,2 per cento quest'anno con ripresa l'anno prossimo, ndr); la volatilità resta però molto elevata». Un concetto messo in evidenza ieri dallo stesso governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco: «La ripresa italiana potrà avvenire già alla fine di quest'anno – ha detto a margine di un convegno – a condizione che i tassi d'interesse sul debito si stabilizzino e che la situazione internazionale migliori».
Nel bollettino resta in ogni caso evidente la preoccupazione di Via Nazionale per l'occupazione che si è fermata alla fine del 2011 mentre all'inizio del 2012 la disoccupazione è tornata ad aumentare e per le famiglie che perdono potere d'acquisto e provocano una dinamica molto debole dei consumi. Bene invece i conti pubblici che sono destinati a un «ampio miglioramento nonostante la caduta del Pil».
Nel suo intervento al Senato, il direttore generale di Bankitalia ha anche chiarito che i fondi della Bce «si stanno lentamente trasmettendo anche ai mercati del credito» e che l'accesso al credito sta migliorando.
«Il flusso dei prestiti al settore privato non finanziario – ha proseguito Saccomanni – nei primi due mesi dell'anno è tornato leggermente positivo; il tasso di crescita sui dodici mesi si mantiene poco al di sotto del 2 per cento. Nello stesso periodo il costo del credito alle imprese ha cominciato a scendere. Il tasso medio sui nuovi finanziamenti, aumentato nella seconda metà del 2011 di un punto percentuale, in febbraio era pari al 3,8%, 4 decimi di punto in meno rispetto a dicembre dello scorso anno».
Saccomanni ha infine espresso forti dubbi sui poteri attribuiti al nuovo Osservatorio sul credito, istituito dal decreto sulle commissioni bancarie, che appaiono «inopportuni e di dubbia legittimità» e ha annunciato che Banca d'Italia sta predisponendo una proposta da sottoporre al Cicr per le commissioni sugli affidamenti, che persegue obiettivi di «semplicità ed equità, consentendo una corretta remunerazione dei rischi assunti e dei costi sostenuti dalle banche».
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STIME A CONFRONTO
1,9%
Il calo del Pil per l'Fmi
È l'arretramento del prodotto interno lordo nel 2012 che è emerso nelle nuove previsioni diffuse ieri dal Fondo monetario internazionale. Una stima più pesante rispetto a quella formulata dalla Commissione europea che ha fissato l'asticella per il nostro Paese all'1,3 per cento
1,2-1,5%
La previsione di Bankitalia
È il calo stimato dalla Banca d'Italia che, attraverso il direttore generale, Fabrizio Saccomanni, ha giudicato «troppo pessimistiche» le indicazioni arrivate da Washington. Secondo Via Nazionale, grazie alla riduzione della tensione sugli spread, il calo del Pil italiano nel 2012 si colloca a metà strada tra le due ipotesi formulate nei
mesi scorsi

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