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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2012 alle ore 11:20.
Per uscire dalla crisi è in primo luogo la classe dirigente «a dover fare di più». A dirlo il presidente del Consiglio, Mario Monti, intervenendo al Coni per la consegna di onorificenze agli atleti che maggiormente si sono distinti. Per salutare gli atleti che, fra cento giorni, saranno proiettati nell'avventura olimpica, il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha smesso per pochi minuti la giacca grigia d'ordinanza per indossare la casacca della divisa italiana.
La crisi può avere un impatto duraturo sul potenziale di crescita
«Non è possibile aspettare che la tempesta passi e la parentesi si chiuda. La crisi che viviamo dal 2008 può avere un impatto duraturo e profondo sul potenziale di crescita dell'Italia, anche se è stato evitato uno shock distruttivo», scrive il premier Mario Monti nella relazione introduttiva alla bozza del Documento di economia e finanza contenente il Programma nazionale di Riforma.
Lo sport come metafora
Usando lo sport come metafora, il premier ha osservato che «la sconfitta non è indolore ma va messa in conto. Per risollevarsi servono l'analisi delle cause che l'hanno prodotta e la capacità di porsi un nuovo traguardo: la consapevolezza e la speranza». Una metafora che «estenderei allo stato d'animo del nostro paese». Così da un lato c'è «la consapevolezza» con cui i cittadini stanno affrontando la crisi, ma dall'altro «serve la speranza, guardare al futuro, darsi un obiettivo». E a questo proposito «è soprattutto la classe dirigente a dover fare di più. È una responsabilità che sento insieme ai miei colleghi di governo, alle forze politiche che lo sostengono e in senso più ampio alle amministrazioni, alle istituzioni e alle imprese».
Vincere la competizione per tornare ad essere centrali nella Ue
«Voi date anima e carattere a quello che il paese sta cercando di fare» e cioé quello «di vincere la sua competizione per non essere un paese che viene guardato con disattenzione dal resto del mondo, dall'Unione europea» e trovarsi così «gradualmente emarginato dalle produzioni e dagli scambi economici internazionali». Dobbiamo vincere la nostra competizione «per essere un paese che si inserirsce sempre più», come é sempre stato nella sua storia. Abbiamo «il diritto e il dovere di sperare in una posizione centrale in Europa e riprendere a essere un paese produttivo, un paese competitivo. Speriamo possa esserlo».
Morosini: più vigilanza per evitare casi simili
Monti si è associato alle parole del presidente del Coni, Gianni Petrucci,che ha ricordato Piermario Morosini, lo sfortunato giovane calciatore del Livorno che ha avuto un grave malore durante una partita a Pescara ed è morto poco dopo in ospedale. «La vigilanza sia sempre più alta per evitare che giovani vite, tra le più promettenti del paese, siano spezzate», ha detto il presidente del Consiglio.
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