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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2012 alle ore 08:18.

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Silvio Berlusconi è preoccupato. Angelino Alfano tace. Lasciano che siano altri nel partito a offrire l'interpretazione "autentica" del documento con cui Giuseppe Pisanu e Lamberto Dini, assieme ad altri 27 senatori si propongono di andare «oltre il Pdl». L'uscita del presidente della commissione Antimafia non è stata presa bene a via dell'Umiltà.
Soprattutto perché giunta in concomitanza con le dichiarazioni di Pierferdinando Casini sull'imminente nascita del partito (o Polo) della Nazione, aperto anche ai contributi di ministri tecnici. Berlusconi è convinto che l'opa sia partita. «Casini non vuole unirsi con noi, vuole prendersi i nostri elettori», è il ragionamento dell'ex premier che nei giorni scorsi ha avuto un faccia a faccia con Montezemolo. È assai probabile che Berlusconi ancora una volta abbia visto giusto. Il ledaer centrista, dopo il vertice di ieri con Fini e Rutelli, oggi darà il via libera all'azzeramento dei vertici dell'Udc.

«Una pura coincidenza», garantisce Pisanu, che a dire il vero nei giorni scorsi aveva incontrato Berlusconi per manifestargli la propria posizione. Ma anche a voler credere che di coincidenza si sia trattato, non è invece affatto casuale che i primi a complimentarsi per «l'utile contributo» di Pisanu siano stati proprio Casini e Gianfranco Fini. «Un bacio mortale», lo ha definito il pidiellino Guido Crosetto. E in effetti subito dopo i complimenti del Terzo Polo è stato tutto un fiorire di dichiarazioni (da Gasparri a Frattini, da Quagliariello a Gelmini, da Cicchitto a Napoli), finalizzate a minimizzare i contenuti del documento, che non avrebbe fatto altro che confermare la strategia di Alfano per il grande partito dei moderati guidato dal Pdl. Anche una parte dei firmatari (alcuni dei quali raggiunti telefonicamente) hanno voluto «precisare» che non esiste alcuna «fronda» ma che anzi il documento è volto «a rafforzare Alfano».

Tanto rumore per nulla? Difficile crederlo. Anche perché l'insofferenza nel Pdl è reale. Pisanu propone di «partecipare, insieme ad altri e con pari dignità politica, ad un nuovo movimento liberaldemocratico, laico e cattolico», una prospettiva che piace a parecchi e che potrebbe raccogliere sostenitori anche sul fronte opposto. Non a caso l'ex popolare Beppe Fioroni ha sollecitato i colleghi del Pd a prestare massima «attenzione» ai contenuti della proposta dei senatori pidiellini.
«Puntano a rifare la Dc», sintetizzano i critici ricordando che i personaggi che si stanno muovendo sono gli stessi che nell'autunno scorso diedero vita al convegno di Todi, dove protagonisti non furono solo politici di lungo corso come Casini o Fioroni, ma anche esponenti del mondo cattolico di primo piano come Andrea Riccardi (fondatore della Comunità di Sant'Egidio) e Lorenzo Ornaghi (rettore della Cattolica di Milano e vicinissimo alla Cei) che pochi mesi dopo salirono al Quirinale per giurare da ministri. La partita però è destinata ad entrare nel vivo solo dopo le amministrative. Sarà allora che si capirà, ad esempio, se davvero ci sono le possibilità per una nuova legge elettorale che non obblighi più a «coalizioni forzate». È una prospettiva che piace a parecchi sia nel Pdl che nel Pd e soprattutto ai centristi e che potrebbe sancire il passaggio dalla seconda alla terza Repubblica.

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