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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2012 alle ore 06:38.

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L'appuntamento più impegnativo della giornata è stato senz'altro il faccia a faccia di due ore con Giorgio Napolitano. Il presidente del Consiglio è arrivato al Colle in serata per un incontro certamente rituale – come è l'illustrazione del Def ogni anno – ma che il clima politico interno, lo scenario internazionale e le condizioni economiche hanno reso assai poco di routine. Sul tavolo ci sono state le cifre del Def – Monti ha ribadito che le sue previsioni sono in linea con quelle della Commissione Ue contro le più fosche del Fmi – ma soprattutto l'analisi delle prospettive e delle problematiche che andranno affrontate da qui a un anno. Tanto manca alle elezioni e tante sono le tappe da fare sia sotto il profilo economico che politico in senso stretto, l'autoriforma dei partiti e del quadro istituzionale.

Il capo dello Stato ha ben presente le difficoltà e le prossime scadenze, a cominciare dal Consiglio europeo di giugno e da come quel vertice condizionerà anche le scelte interne in materia di crescita. Tra l'altro le elezioni in Francia potrebbero determinare anche novità nelle dinamiche europee e nelle relazioni tra capi di Stato e di governo, dunque, è quello il primo fronte passato all'analisi di Napolitano e di Monti. È vero anche che il fronte interno è allo stesso modo impegnativo: il premier ha riferito del vertice di martedì scorso con i leader ma restano le fibrillazioni dettate dalla prossimità del voto amministrativo ma anche dal quadro che ne uscirà e da come influirà sul Governo. Ma l'attenzione di Napolitano si è concentrata sui temi economici e sui possibili margini per costruire un percorso di crescita. Non c'è solo la riforma del lavoro, ora in Parlamento, ma il tema è stato come «con coerenza, determinazione e volontà trovare spazi per lo sviluppo e per combattere la disoccupazione».

Parallelamente c'è il tema dell'autoriforma della politica: un capitolo che sta molto a cuore al capo dello Stato come lui stesso ha mostrato pungolando spesso i partiti. Dunque, riforma costituzionale per la riduzione dei parlamentari, nuova legge elettorale, finanziamento dei partiti sono passaggi considerati indispensabili dal Colle per «recuperare e stabilizzare un rapporto di fiducia con i cittadini», come raccontano dica spesso ai suoi più stretti collaboratori. In relazione a queste cose ancora da fare, il Quirinale avverte con preoccupazione il clima politico attuale anche se vengono respinte tutte le illazioni che raccontano di un'irritazione per la piega che hanno preso i rapporti tra Palazzo Chigi e i leader o per i rumors su eventuali candidature di ministri al partito di Casini.

Ma la giornata di Monti era cominciata con una sortita a effetto, intervendo alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente del Consiglio di Stato, Giancarlo Coraggio. «Sono convinto che l'intero sistema della giustizia amministrativa saprà affrontare e assecondare quei processi di riforma che il nostro paese esige». Poco dopo invece sferra un affondo contro la burocrazia: «I processi legislativi confusi e ridondanti scoraggiano l'intrapresa. La burocrazia può costituire un freno allo sviluppo e alla crescita». E un "freno" secondo una delegazione di Fli – ricevuta da Monti in mattinata – possono esserlo anche «i vertici notturni». Una osservazione alla quale Monti ha risposto: «Li farò diurni».

I NUMERI DEL DEF
-1,2%
Il Pil nel 2012
Per l'anno in corso il governo stima un pesante calo della ricchezza prodotta dal sistema Italia. La ripresa si dovrebbe riaffacciare nel 2013, con un +0,5 per cento. Per accelerare progressivamente e toccare quota +1,2 nel 2015
123,4%
Rapporto debito-Pil
La performance del motore economico dell'Italia farà sentire il suo impatto negativo anche sui conti pubblici: il debito pubblico sfonderà quest'anno il 123% in rapporto al Pil. Scenderà solo nei prossimi anni, per arrivare al 114,4% nel 2015

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