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Questo articolo è stato pubblicato il 21 aprile 2012 alle ore 08:17.

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Francesco BelsitoFrancesco Belsito

Ancora un sequestro della Guardia di finanza nell'ambito dell'indagine delle Procure di Milano, Reggio Calabria e Napoli sui rimborsi e le spese elettorali della Lega Nord. I pm di Milano hanno infatti disposto il sequestro preventivo di 350mila euro presso un notaio di Rovigo. La somma farebbe parte dell'investimento di 1,2 milioni fatto a Cipro.

Il saldo dell'operazione, secondo i magistrati, sarebbe stato depositato dall'intermediario finanziario Paolo Scala, indagato e che a Cipro vive e lavora, presso un notaio rodigino. Nell'informativa della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria, si ricostruisce parte dell'operazione. Il 2 marzo di quest'anno la sala ascolto registra due conversazioni dalle quali si ricava la convinzione che anche la seconda tranche da 1,2 milioni sarebbe rientrata nelle casse della Lega.

Alle 19.42.28, intercetta «Paolo con Belsito al quale dice che gli è arrivato da parte di quell'avvocato dello studio di quel Giomo ove dice che hanno depositato i soldi presso un notaio... i 350.000 euro, dicendo che possono svincolarli Castelli e Stiffoni. Poi aggiunge che a lui non gliene frega nulla e che Castelli e Stiffoni che li svincolassero, perché non c'è motivo che li tengano lì».

Pochi minuti più tardi, alle 19.56.23 l'ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito è al telefono con il suo avvocato Paolo Scovazzi al quale chiede del deposito della somma di denaro. Scovazzi riferisce che Scala fa sapere che hanno depositato 350mila euro presso un notaio e che tale somma potrà essere svincolata da Roberto Castelli a sistemazione della pratica Belsito.

Ed ecco come prosegue la Dia: «L'interlocutore suggerisce a Belsito di rispondere al sig. Castelli e a quell'altro di dare (svincolare) i soldi essendo loro tutti coesi per fare una bella denuncia. Paolo dice di non lasciare che quelli percorrano impunemente tale strada, altrimenti loro sarebbero perdenti. Paolo ribadisce che loro devono dare i soldi. Belsito suggerisce di dire anche di rivolgersi all'Ambasciata, anche perché quello lì lavora in Ambasciata... e che c'è tutto un disegno dietro. L'interlocutore prosegue dicendo che potrebbero anche sputtanare nell'ambito della Lega i due senatori. Infine, Paolo dice che se è il caso ne parlerà direttamente con Bossi e Calderoli».

È da ritenere, conclude la Dia, che il deposito della somma presso il notaio con la possibilità di svincolo da parte degli onorevoli Castelli e Piergiorgio Stiffoni, sia stata una procedura adottata dall'indagato Stefano Bonet per avere garanzie di restituzione dei soldi anticipati al Belsito.

Non è mancata la reazione proprio di Scala, attraverso il legale Pierluigi Bonafin, che ha dichiarato: «Si tratta di una somma che già era stata messa a disposizione della Lega Nord due mesi fa, tanto è vero che era in deposito fiduciario dal notaio Alessandro Wurzer di Badia Polesine, svincolabile con le firme della segreteria della Lega. Si tratta di un'operazione che era già stata comunicata alla Lega, e fatta molto prima che arrivassero gli avvisi di garanzia».

Ieri, comunque, la giornata ha riservato altri spunti. Roberto Maroni, che non si è incontrato neanche ieri con Umberto Bossi (ufficialmente causa impegni da campagna elettorale), ha dichiarato che «quello che è successo, questa campagna mediatica ci penalizzerà, ma confido che la presenza e la forza di molti candidati sappia e possa farci recuperare il consenso». E Bossi, a distanza, gli ha risposto: «Voglio fare un accordo con Maroni» ha detto a Sky Tg24. Per poi gettare un'ombra a tarda sera sui servizi segreti: «Cosa fanno? Il caos di questi giorni non è venuto da solo».

Sempre ieri ha reso dichiarazioni spontanee ai pm di Milano il senatore Piergiorgio Stiffoni, che non è indagato. «Ho consegnato alla procura – ha detto Stiffoni – le copie degli estratti conto personali in relazione agli investimenti di tutti i risparmi della mia famiglia, oggetto di numerose e gravi violazioni giornalistiche in questi giorni. Nei documenti consegnati viene confermata la provenienza esclusivamente personale del denaro utilizzato. Avendo lavorato per oltre venti anni in banca ho scelto quando, dove e come mettere al sicuro i miei soldi. Così ho voluto proteggere i risparmi di una vita dall'incertezza dei mercati. Solo in questi giorni ho appreso dai giornali degli acquisti di preziosi fatti dal signor Belsito, con cui non avevo alcun rapporto di frequentazione personale o professionale, con soggetti, banche ed intermediari a me sconosciuti. Investimenti scelti dal signor Belsito all'insaputa di tutti».

LE INDAGINI
Il sequestro
I pm di Milano che indagano sui fondi della Lega hanno disposto ieri il sequestro di 350mila euro presso lo studio di un notaio di Rovigo. La cifra sarebbe parte di un investimento a Cipro effettuato dal consulente Paolo Scala, indagato assieme all'ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito (in foto) e all'imprenditore Stefano Bonnet. Un'operazione finanziaria da 1,2 milioni di cui ne rientrarono solo 850mila
Stiffoni dai pm milanesi
Ieri l'esponente leghista Piergiorgio Stiffoni, ascoltato dai pm milanesi, si è detto estraneo alle operazioni finanziarie di Belsito
L'interrogatorio di Belsito
L'ex tesoriere indagato dalle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria per truffa ai danni dello Stato e riciclaggio, sarà interrogato lunedì dal pm Alfredo Robledo

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