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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2012 alle ore 06:40.

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Una vigorosa sforbiciata si sta per abbattere sulle Autorità di garanzia. Gli uffici amministrativi di Antitrust, Consob, dell'Authority per l'Energia e di quella per le Comunicazioni sono alle prese con i conteggi per preparare le prossime buste paga di presidenti e componenti. Da martedì scorso, infatti, è scattato il tetto per le retribuzioni dei grand commis di Stato, compresi i Garanti: i presidenti delle Autorità non possono superare i 293.658 euro, ovvero lo stipendio annuo lordo percepito nel 2011 dal primo presidente della Cassazione. I componenti devono applicare su quella cifra un'ulteriore decurtazione del 10%, così che la loro busta paga annua lorda si ridurrà a 264mila euro.
Non si tratta, però, dell'unico taglio. Le Authority sono anche alle prese con la riduzione dei propri componenti. In alcuni casi – Civit, commissione sugli scioperi, Antitrust e Covip – l'organo di garanzia si è già assottigliato per via di commissari arrivati a fine mandato e non sostituiti. Finora si è, però, trattato di singole posizioni.
A subire il primo taglio sistematico sarà l'Autorità delle comunicazioni, che scadrà il prossimo mese e dovrà rinunciare a quattro commissari. Il Parlamento ha già inserito nel programma dei lavori la nomina dei nuovi componenti (due li indicherà la Camera e due il Senato, mentre il presidente è scelto dal Governo), anche se ancora prima dovrà cimentarsi nella scelta dei Garanti della privacy, scaduti mercoledì scorso.
Le retribuzioni
È stato il decreto legge 201/2011 (cosiddetto "salva-Italia") a imporre, con l'articolo 23-ter, una drastica riduzione degli stipendi degli alti dirigenti statali, compresi i componenti delle Authority. Il decreto che ha attua la nuova norma è entrato in vigore martedì e, dunque, in tutta la pubblica amministrazione si stanno facendo i nuovi conti. Nel caso delle Autorità, alle quali il decreto riserva un articolo ad hoc, sono quattro quelle che devono correre ai ripari. Per le altre, infatti, il problema non si pone, perché le retribuzioni di presidente e componenti erano già al di sotto, rispettivamente, dei 293mila e 264mila euro fissati ora dal decreto.
Nel caso, invece, delle Comunicazioni, dell'Energia e della Consob il taglio c'è ed è significativo. In particolare per le prime due, i cui presidenti devono rinunciare a 182mila euro e i commissari a 132mila euro l'anno. Più contenuto l'assottigliamento della busta paga dell'ex parlamentare Pdl Giuseppe Vegas, passato a dirigere la Consob: la busta paga si alleggerirà di "soli" 93mila euro, mentre quella dei suoi colleghi commissari perderà quasi 58mila euro.
Diverso il caso dell'Antitrust, dove dal primo gennaio presidente e componenti – senza aspettare il decreto e sulla base della sola norma contenuta nel Dl salva-Italia – si sono già ridotti lo stipendio (che viaggiava su cifre analoghe a quelle di Agcom ed Energia) a 304mila euro. A inizio anno si pensava, infatti, che fosse quello l'importo da prendere come riferimento. Salvo accorgersi ora che, invece, lo stipendio del primo presidente della Cassazione nel 2011 è stato più basso: appunto, poco più di 293mila euro. Dunque, conti da rifare anche all'Antitrust.
I componenti
Il giro delle poltrone degli organi di garanzia è ufficialmente aperto. Si parte dalla privacy, il cui collegio è scaduto mercoledì. Anche se l'Authority della riservatezza è l'unica a non essere colpita dai tagli: né quelli economici (lo stipendio del presidente è di 290mila euro, quelli dei commissari di 193mila euro), né quelli di struttura (rimarranno in quattro).
Diverso il discorso dell'Autorità per le Comunicazioni, che ha già perduto un componente – a novembre Gianluigi Magri è diventato sottosegretario alla Difesa e non è stato sostituito –, ma ora deve prepararsi a rinunciare ad altri tre. Un problema non solo di organizzazione interna – di cui però beneficeranno le finanze statali per via dei risparmi sui costi dell'apparato – ma anche politico. Assottigliandosi le poltrone – per effetto anche in questo caso del decreto salva–Italia, che con l'articolo 23 ha ridimensionato quasi tutte le Authority –, si restringono pure le opportunità per i partiti alla ricerca di spazi dove collocare propri candidati.
A giugno si aprirà, poi, la corsa per il vertice dell'Isvap, perché scadrà il secondo mandato di Giancarlo Giannini, che pertanto non può più essere nominato presidente. Per il rinnovo degli altri componenti dell'Istituto bisognerà, invece, attendere luglio 2013, quando dovranno lasciare cinque degli attuali componenti, ma solo uno potrà essere sostituito, perché il futuro collegio sarà di sole tre persone, presidente compreso.
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475mila La busta paga dei Garanti Lo stipendio lordo annuo dei presidenti di Agcom ed Energia
293mila Il taglio Da martedì è il tetto dello stipendio dei presidenti delle Autorità

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