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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2012 alle ore 16:37.

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Il premier olandese, Mark Rutte, ha rimesso il suo mandato nelle mani della regina Beatrice, dopo il fallimento del negoziato sulle misure di austerità per la riduzione del deficit pubblico con il partito di estrema destra di Geert Wilders. Lo annuncia un comunicato ufficiale. Le dimissioni del capo del governo di centro-destra aprono la strada alle elezioni anticipate. «Sua Maestà la Regina ha preso la domanda di dimissioni in considerazione e chiesto ai minisri e ai sottosegretari di fare tutto quello che ritengono necessario nell'interesse del regno» prosegue il comunicato. Fonti del governo avevano in mattinata anticipato le dimissioni del pemier.

Rutte è un'altra vittima della crisi del debito europeo. Dopo oltre un mese di negoziati estenuanti sulle misure di austerità da adottare per realizzare risparmi per 16 miliardi entro il 2013 e dunque rientrare nei parametri europei, il governo olandese ha gettato la spugna. Rutte, che guida un esecutivo di minoranza con l'appoggio in parlamento della forza di estrema destra guidata da Geert Wilders, come anticipato in mattinata si é recato presso il capo di Stato, la regina Beatrice, e le ha offerto le proprie dimissioni con la richiesta di tornare al voto in autunno. La rinuncia di Rutte, che in Europa si è sempre distinto - con la cancelliera Merkel e i leader scandinavi - per essere uno dei "falchi" del rigore fiscale, viene dopo il fallimento dell'ennesimo tentativo di raggiungere un accordo sui nuovi tagli proprio con l'alleato in parlamento, Geert Wilders, segno che ormai diventa sempre più difficile fare accettare al proprio elettorato l'amara medicina dell'austerità.

Il forte successo dell'estrema destra nel primo turno delle presidenziali in Francia, con il Fronte Nazionale di Marine Le Pen che ha ottenuto il 18,2% dei suffragi sbaragliando ogni previsione della vigilia, rischia ora di imprimere un'accelerazione alla corsa verso le elezioni dove Wilders cercherà di replicare il successo della Le Pen. Nel frattempo il governo olandese spera comunque di riuscire a rispettare gli accordi presi in sede europea e conta per questo sull'appoggio del parlamento. «Parto dal principio che troveremo una maggioranza per le misure che presenteremo a Bruxelles - ha detto il ministro delle finanze, Jan Kees de Jager - discuteremo in tempi rapidi delle possibili misure con la camera bassa del parlamento». De Jeger, che continuerà a gestire pro tempore il ministero delle finanze anche dopo le dimissioni del governo, ha sottolineato come sia importante "mostrare ai mercati finanziari e agli olandesi stessi che noi possiamo, anche in questo frangente, mantenere una politica finanziaria solida". L'esecutivo uscente ha tempo fino al 30 aprile per presentare alla commissione europea la propria proposta di budget con le misure previste per riportare il deficit sotto la soglia del 3% del pil. Una scadenza che il ministro de Jeger si dice certo di poter rispettare ma che al momento appare drammaticamente troppo vicina.

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