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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2012 alle ore 06:38.

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ROMA
Il single italiano senza figli si piazza al sesto posto; invece chi ha famiglia e due figli arriva addirittura terzo nella poco invidiabile classifica internazionale dei tartassati da cuneo fiscale gravante sul salario, appena stilata dall'Ocse. Se poi si considera il fatto che mentre il carico fiscale sul lavoro sale e la distanza tra salario lordo e netto continua ad aumentare, il lavoratore italiano si colloca solo al 22esimo posto nella graduatoria del netto in busta paga rispetto a quelli di 34 paesi Ocse, si ottiene un'idea abbastanza precisa del perché in Italia i consumi stiano precipitando.
Ma andiamo con ordine: il mix di tassazione tra le più elevate e retribuzioni a fondo classifica emerge da un rapporto Ocse che evidenzia come la tassazione media e il carico della contribuzione sociale sui redditi da lavoro sia salito l'anno scorso in ben 26 dei 34 paesi appartenenti al "club" Ocse. Anche per noi si è verificato un incremento al 47,6% nel 2011 (dal 47,2% del 2010) del cuneo fiscale, ovvero la differenza tra salario netto medio (in questo caso di un lavoratore single) e costo del lavoro per effetto di tasse e contributi sociali. L'aumento, dovuto a una maggiore imposizione sul reddito avvenuta lo scorso anno, pone l'Italia al sesto posto nella hit parade della pressione fiscale sul lavoro nell'Ocse, dove la media si posiziona al 35,3%, con una percentuale che è nettamente superiore alla media europea (41,5%). Se si considerano i capofamiglia di famiglie monoreddito con due figli, il primo posto spetta alla Francia (40,3%), il secondo al Belgio e il terzo all'Italia (38,6% del salario medio) ( in questo caso la media Ocse è pari al 25,4%).
L'Italia risulta invece 22esima sui 34 Paesi industrializzati per la retribuzione netta, stimata a 25.159 dollari l'anno (a parità di potere d'acquisto) contro i 27.111 della media Ocse e i 25.990 della media europea. Per retribuzione lorda (tassa sui redditi più contributi a carico del dipendente), l'Italia è invece ventesima, con 36.360 dollari contro 36.396 media Ocse. Per costo totale del lavoro risulta sedicesima con 48.025 dollari, includendo i contributi a carico del datore di lavoro, pari a oltre la metà del cuneo (24,3%), livello comunque tra i più alti dell'Ocse. Come si è visto, inoltre, la mano del fisco italiano è diventata nell'ultimo anno ancora più pesante con le famiglie, per le minori detrazioni e agevolazioni applicate in Italia rispetto ad altri Paesi. Scomponendo i vari fattori che concorrono al costo del lavoro (i 48.025 dollari medi), l'Ocse calcola che nel caso dell'Italia la tassazione sul reddito contribuisca al cuneo fiscale con il 16,1%, i contributi sociali a carico del dipendente con il 7,2%, quelli a carico del datore di lavoro con quel 24,3% che è il quarto livello più elevato dell'Ocse, superato solo da Francia (29,7%), Repubblica Ceca (25,4%) ed Estonia (25,6%).
Se invece si considera il salario lordo medio (36.360 dollari), la tassa sul reddito incide per il 21,3% e i contributi sociali con il 9,5%.Per i salari più bassi (67% del salario medio), il peso del fisco è pari al 44,5% del costo del lavoro (dal 44% del 2010) ed è il quinto maggiore nell'Ocse. Il cuneo sale inoltre al 53% per le retribuzioni più elevate (addirittura 167% del salario medio).
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