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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2012 alle ore 06:43.
ROMA
L'accordo sulla legge elettorale arriverà «al 75% entro la fine di maggio». Dopo le chiare parole di Giorgio Napolitano sulla necessità di riformare il Porcellum, restituendo al cittadino il diritto di scegliersi gli eletti, la rassicurazione viene dal vicecapogruppo dei senatori Pdl Gaetano Quagliariello. Che, insieme a Luciano Violante del Pd e a Ferdinando Adornato dell'Udc, ha già messo a punto il testo di riforma: modello ispano-tedesco con "premietto" di 10 seggi al primo partito. Questo lo schema: metà dei seggi tramite collegi uninominali e metà tramite sistema proporzionale con piccole liste bloccate e soglia di sbarramento al 5%; ripartizione dei seggi a livello circoscrizionale in modo da premiare i partiti medio-grandi o comunque fortemente rappresentati sul territorio; piccolo premio di governabilità per rendere subito riconoscibile il vincitore, che avrà l'onere e l'onore di provare a formare un governo.
L'intesa dunque c'è. Il passaggio è ora con ogni evidenza tutto politico. Ed è Pier Ferdinando Casini a denunciare «un tentativo di boicottaggio» della riforma, «da destra e da sinistra». In entrambi i partiti più grandi, in effetti, ci sono settori in allarme per la soluzione che sta prendendo corpo. Di fatto è la fine del bipolarismo: si votano i partiti, non più le coalizioni, e la maggioranza si forma a urne chiuse. Nel Pdl sono contrari soprattutto gli ex An e quanti vedono nel ritorno all'alleanza storica con la Lega il modo più sicuro per tornare a Palazzo Chigi. Di contro, nel Pd osteggiano il modello ispano-tedesco quanti puntano all'alleanza con Idv e Sel nella certezza di vincere le elezioni del 2013 (Rosy Bindi con Arturo Parisi, e ora anche l'ex premier Romano Prodi, probabilmente con un occhio al Quirinale). I nodi si scioglieranno solo dopo le amministrative del 6 e 7 maggio. E la parola decisiva la dirà ancora una volta Silvio Berlusconi. Che per ora è fortemente tentato dal proporzionale "corretto". Ma un risultato particolarmente negativo per il Pdl potrebbe paradossalmente ridare fiato ai fautori dello status quo.
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