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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2012 alle ore 14:38.

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Romano Prodi propone un "colpo di timone" per l'Unione europea. In dichiarazioni pubblicate da El Pais, Prodi sollecita un cambiamento di rotta e lancia la sfida: "E' necessario cambiare la politica" dell'Europa. L'ex premier di centro-sinistra guarda alla Francia: il giorno dopo le presidenziali, Italia e Spagna devono essere pronte a proporre una strategia comune al prossimo presidente francese, chiunque esso sia.

"Se la Germania sembra convinta di poterlo fare da sola, l'Italia deve lavorare con la Francia e la Spagna per dare impulso all'Europa", afferma Prodi. Per Pablo Ordaz, corrispondente da Roma del quotidiano spagnolo, il messaggio è inequivocabile: "Avrebbe potuto dirlo più forte, ma non più chiaro". Prodi, 72 anni, primo ministro italiano dal 1996 al 1998 e dal 2006 al 2008, presidente della Commissione europea dal 1999 al 2004, riconosce gli sforzi "nella direzione giusta" dei governi di Mario Monti e Mariano Rajoy per ridurre il deficit e raggiungere il pareggio di bilancio, ma avverte che, "come si sta dimostrando", ciò non risulta sufficiente per evitare l'abisso. Approfittando del nuovo presidente francese, "chiunque sia il vincitore", adesso è il momento buono per lanciare la sfida e dare una svolta alla politica europea.

Il professore di economia – scrive El Pais - non è l'unico che, dall'Italia, comincia a spazientirsi per la mancanza di risultati delle "dure politiche di aggiustamento". Perfino il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, continua il quotidiano, ha avvertito il suo "pupillo" Monti – sebbene non direttamente - che "non è sufficiente invocare costantemente la parola crescita": "Mancano i fatti". In ogni caso, secondo Ordaz, nessuno lo spiega tanto graficamente come Prodi: "In primo luogo, la Gemania sembra convinta di poterlo fare da sola, ignorando che noi (il resto dei paesi europei, ndr) rappresentiamo una gran parte della sua fortuna. Il resto dei paesi, a loro volta, invece di formare un fronte comune, competono tra di loro. In questo senso, la lotta tra Italia e Spagna è stata dannosa… E non solo l'Italia e la Spagna, ma anche il resto dei paesi periferici, Francia inclusa, sono sulla stessa barca: la caduta di uno trascinerebbe tutti. Partendo da questa realtà, adesso è necessario cambiare politica. E questo cambiamento, per essere efficace, non si può fare senza la Francia".

Prodi - prosegue El Pais - lancia una "frecciata" all'orgoglio francese: "Finora la Francia ha preferito dialogare in solitario con la Germania in riunioni distinte, dalle quali non è mai sorta un'alternativa francese alla politica tedesca…" Per far fronte alla pressione industriale di Cina, Giappone e Corea del Sud, l'ex presidente della Commissione europea chiede che i governi di Spagna e Italia elaborino rapidamente una strategia congiunta e la presentino al prossimo presidente francese, qualunque esso sia, il giorno dopo che avrà vinto le elezioni: "Tale operazione sarà più facile se sarà eletto un presidente diverso, anche se sono convinto che, anche se fosse Sarkozy, dopo le innumerevoli riunioni in cui non ha ottenuto niente, si sta rendendo conto che gli interessi francesi si difendono meglio da un fronte comune con Italia, Spagna e gli altri paesi europei".

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