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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2012 alle ore 15:54.

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La deregulation dei voucher inserita nel disegno di legge di riforma del mercato del lavoro ha scatenato oggi la protesta dei lavoratori dell'agricoltura.

Le piazze calde
Da Catania a Bari, da Padova a Napoli, i sindacati di categoria Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil hanno organizzato manifestazioni di piazza e comizi, mentre i braccianti hanno incrociato le braccai per otto ore. Obiettivo: fare pressing sul ministro del Lavoro, Elsa Fornero, per cancellare l'estensione dei ticket (riservati alle prestazioni occasionali) a tutte le tipologie di lavoratori e di imprese. Ma nel «pacchetto» i sindacati hanno inserito anche la situazione di massimo allarme dei forestali (in Calabria e Campania senza stipendio da un anno), degli addetti delle Associazioni degli allevatori e dei consorzi di bonifica. Nel mirino anche la «mini-Aspi» accusata di intaccare i diritti dei lavoratori stagionali: non coinvolge quelli agricoli, ma colpisce 100mila lavoratori, dei complessivi 400mila, delle industrie alimentari.

No alla destrutturazione del mercato del lavoro
Per i lavoratori dei campi il nervo scoperto sono i voucher che hanno debuttato sperimentalmente nelle campagne nel 2008. E che gradualmente hanno conquistato spazi soprattutto al Nord nella raccolta di uva e frutta. I voucher – hanno tuonato nei loro interventi nelle principali piazze italiane i leader sindacali, Augusto Cianfoni della Fai, Stefania Crogi della Flai e Stefano Mantegazza della Uila – se non governati rischiano di diventare «strumenti legali di lavoro illegale». A Bari, dove hanno aderito 5mila lavoratori, alla partenza del corteo era presente anche l'assessore all'Agricoltura e coordinatore degli assessori regionali, Dario Stefàno.

Oltre 10mila in piazza a Catania
Oltre 10mila lavoratori, secondo i dati forniti dal sindacato, sono scesi in piazza a Catania,con adesioni del 90% nelle aziende private e del 100% nell'Associazione regionale tra allevatori e forestali. Tra l'altro i forestali di Catania protestano anche per la soppressione dell'Azienda foreste prevista dalla Finanziaria regionale. Adesione significativa anche in Sardegna dove i lavoratori hanno manifestato davanti all'assessorato all'Agricoltura a Cagliari. Stesso copione al Nord. A Padova i sindacati hanno ricordato che su 25mila addetti il 90% ha contratti a tempo determinato e dunque è altissimo il rischio di perdere il diritto al trattamento pensionistico.

Il settore ha la maglia nera del lavoro nero
Il leit motive è sempre lo stesso: no alla destrutturazione del lavoro agricolo già pesantemente gravato da precariato, caporalato e irregolarità. Al settore infatti è assegnata la maglia del lavoro nero con una percentuale fino al 35% del pil prodotto da attività sommerse.

A tempo determinato il 90% degli operai agricoli
Il voucher allargato invece – hanno denunciato oggi i rappresentati dei lavoratori – provocherà la perdità dei diritti per chi presta la sua opera per 90–120 giorni tenendo conto che quasi il 90% degli addetti agricoli è impiegato per periodi non superiori a questo tetto di giornate. Sono infatti attualmente, su circa un milione di addetti, poco più di 117mila gli operai assunti con un contratto a tempo indeterminato.

Le prossime mosse del sindacato
La protesta non si esaurisce con lo sciopero di oggi. Emilia Romagna e Lazio non hanno partecipato a questa prima tornata di manifestazioni, ma i sindacati hanno avvertito che manterranno la guardia alta e sono pronti a scendere in piazza fino a Roma se non dovessero essere accolte le loro controproposte, durante l'esame parlamentare del disegno di legge.

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