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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2012 alle ore 15:06.

Più tempo alla Commissione Lavoro del Senato, impegnata nel voto delle oltre 1.000 proposte di modifica del Ddl per la riforma Fornero, emendamenti la cui illustrazione è stata completata questa mattina ma che verranno posti in votazione solo a partire da mercoledì 2 maggio. L'aggiornamento dei tempi di esame della riforma del Lavoro permetterà in particolare alla commissione Bilancio di trasmettere l'atteso parere su testo ed emendamenti che dovrebbe arrivare nella stessa giornata.

Una volta avviate le votazioni, spiega uno dei relatori al testo Maurizio Castro (Pdl), i lavori si potrebbero chiudere «in un paio di giorni». Al termine dell'esame in prima lettura da parte del Senato, aggiunge poi Castro, «il prodotto sarà praticamente finito», senza però sbilanciarsi sull'ipotesi di "blindare" il testo nel successivo passaggio alla Camera, anche se potrebbe pesare l'impegno del Governo a chiudere l'esame del testo entro fine giugno: «Per prassi, c'e una condensazione durante la prima lettura e dato che il Senato lavorerà con intensità e dedizione al testo, per effetto del principi di condensazione, il prodotto sarà praticamente finito». Il che però, sottolinea il senatore, non vuol dire che la Camera non possa modificarlo ulteriormente.

Da parte sua il Governo non scopre le carte, anche per non alimentare le polemiche all'interno della maggioranza. Per il viceministro al Welfare, Michel Martone, «è ancora presto» per valutare le eventuali proposte di modifica che verranno promosse dall'Esecutivo: «il Governo sta ascoltando le proposte, gli emendamenti sono numerosissimi. Nella prossima settimana si entrerà nel vivo». Quanto alla richiesta perentoria del capogruppo Pdl in Senato, Maurizio Gasparri, di modificare la flessibilità in entrata per avere il voto favorevole del centrodestra, Martone si mostra diplomatico «il ministro Fornero ha già detto che c'é disponibilità a migliorare la riforma. È un'apertura che c'é. Noi siamo qui per fare la migliore riforma possibile».

In attesa del voto degli emendamenti, la Cgil conferma lo sciopero già annunciato, anche se resta da stabilire la data. «Abbiamo la vaga sensazione - spiega la leader Susanna Camusso - che ci sia confusione sull'iter e sui tempi. Accompagneremo la mobilitazione lungo l'iter parlamentare», citando anche la già annunciata manifestazione contro la precarietà fissata per il 10 maggio, giorno in cui la riforma del Lavoro dovrebbe approdare all'aula di Palazzo Madama. Il Pdl invece prosegue nel pressing pro flessibilità e contro le posizioni dei sindacati. Gasparri ribadisce così che «il Pdl ha chiesto al Governo risposte chiare proprio per evitare l'aumento della disoccupazione che verrebbe causato dall'approvazione di norme proposte dal Governo, condivise dalla Camusso, e certamente nefaste per molti lavoratori». E conclude: «Vogliamo un iter rapido della riforma del lavoro. Ma la condizione perché ciò avvenga é che siano accolte le nostre proposte migliorative, senza le quali non si va da nessuna parte. Non voteremo mai norme che distruggono l'occupazione. Non siamo la Cgil».

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