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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2012 alle ore 16:44.

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(Reuters)(Reuters)

In Italia quanto all'estero, l'espressione crisi economica é sinonimo di tasse. Alle prese con debito pubblico, con categorie sociali con esigenze diverse e con un delicato equilibrio politico a livello europeo, i Governi stanno cercando nuovi beni potenzialmente soggetti a tassazione.
In Inghilterra, al momento il dito é puntato contro la proposta del Governo di una "pasty tax", nome che prende spunto dalla tradizionale torta salata ripiena inglese, ovvero un'Iva al 20% su tutti i cibi d'asporto caldi e che, secondo un recente sondaggio, cambierebbe le abitudini alimentari del 69% degli inglesi, con un aumento medio del pranzo take away di 50 pence.

In Italia la protesta dei contribuenti é scattata invece sulla decisione del Senato di imporre un'aliquota del 20% sulle borse di studio superiori agli 11.500 euro annuali, corrisposte nella maggior parte dei casi agli specializzandi in medicina.
Che, scesi in piazza al grido di "ll Governo nuoce gravemente alla salute pubblica", hanno ottenuto la firma da parte della Commissione finanze della Camera di un emendamento al decreto legge fiscale che esenta le borse di studio e gli assegni di formazione professionale.

Ancora, risale a pochi giorni fa l'annuncio di una tassa sugli sms per finanziare le emergenze. La proposta di tassa fino a 2 centesimi su ogni sms apparsa nel decreto legge sulla riforma della Protezione civile, sembra tuttavia essere stata ritirata.

Ma il dibattito su cosa sia giusto tassare in tempo di crisi rischia di restare infuocato, come dimostrano le reazioni seguite alla proposta formulata dalla conduttrice di Report, Milena Gabanelli, di limitare l'uso del denaro contante a 150 euro al mese, tassando l'uso della moneta per combattere l'evasione fiscale.
Una proposta che ricorda a livello micro la Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie che aveva spaccato l'Unione Europea in autunno, e sulla quale non si é ancora raggiunto un accordo centrale.

Cercare di "fare cassa" invece di risolvere il problema strutturale della trasparenza del sistema resta tuttavia un approccio sbagliato secondo Massimo Famularo, investment manager in una societá di investimento. «Occorre affrontare il problema in modo definitivo riformando il sistema e rendendolo più semplice e trasparente. Il sommerso è un circuito a sè stante, chi guadagna in nero spende in nero per cui qualsiasi controllo, tassa o altro che possiamo introdurre sui circuiti ufficiali è inutile», spiega lo specialista.

Che aggiunge che la crisi economica affrontata dall'Italia sta distorcendo l'allocazione delle risorse, producendo incentivi "perversi" nel comportamento degli individui. «Al momento il sistema fiscale italiano è improntato a una sorta di patto scellerato per il quale la pressione fiscale abnorme, sia in assoluto che in termini relativi alla qualità dei servizi pubblici, viene accettata sia dai lavoratori dipendenti in cambio della protezione del proprio, sia da professionisti e imprese ai quali viene tollerata una certa elasticità che include anche una considerevole evasione fiscale», aggiunge Famularo.

La conseguenza é una forte tassazione dei redditi e i consumi, su cui è più facile avere l'elasticità richiesta da imprese e professionisti rispetto al capitale. «I beni più facili da tassare sono gli immobili, perché, almeno nei Paesi sviluppati è agevole conoscere chi ne è proprietario e non è fisicamente possibile portarli all'estero. Il problema é che oltre una certa soglia tassarli ha effetti perversi perché si tratta di beni il liquidi e non frazionabili. Idealmente le imposte sugli immobili dovrebbero finanziare gli enti locali», conclude il manager.

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