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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2012 alle ore 20:06.

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Jean-Claude Juncker ha deciso di lasciare la carica di presidente dell'Eurogruppo perchè «stanco» delle ingerenze franco-tedesche nella gestione della crisi. Parigi e Berlino «si comportano come se fossero i soli membri del gruppo», ha detto Juncke durante un discorso ad Amburgo, secondo quanto riferisce Bloomberg.

Juncker «appoggerà in pieno» una eventuale candidatura del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble come suo successore alla presidenza dell'Eurogruppo. Schäuble «ha requisiti eccezionali» per un ruolo che richiede «una grande capacità di ascoltare gli altri».

Secondo Juncker, non tutte le regole funzionano bene in ogni Paese: «Con l'uniformazione distruggiamo l'Europa», ha detto rispondendo a un'intervista di Spiegel. Per Juncker la causa principale della difficile situazione attuale è stata una mancanza di coordinamento, in passato, nelle politiche economiche, dovuta anche all'opposizione tedesca e dei Paesi Bassi nelle trattative per i trattati di Maastricht.

I Paesi dell'eurozona molto probabilmente decideranno di adottare gli eurobond nei prossimi anni, ha poi sottolineato Juncker. L'emissione dovrà avvenire in base a «regole molto rigide» e sarà «la logica conseguenza di una ulteriore integrazione» europea, ha affermato Juncker.

L'Eurozona ha bisogno di crescita economica ma non a spese del consolidamento dei conti pubblici, ha poi chiarito Juncker, che si è inoltre detto favorevole al potenziamento delle risorse a disposizione della Banca Europea per gli Investimenti, posizione condivisa, tra gli altri, anche dal cancelliere tedesco, Angela Merkel, e dal Commissario agli Affari Economici e Monetari, Olli Rehn. A tale proposito, Juncker ha definito «concepibile» un aumento di capitale da 10 miliardi di euro.

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