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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2012 alle ore 18:28.

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La Lega e le misure contro Imu, Maroni: proseliti tra Pdl e Pd. Ma i democratici prendono le distanzeLa Lega e le misure contro Imu, Maroni: proseliti tra Pdl e Pd. Ma i democratici prendono le distanze

«Contrasteremo l'Imu in ogni modo, con le iniziative dei Comuni fino all'obiezione fiscale dei cittadini: se non si reagisce, il rischio è che presto ci troveremo di nuovo il Podestà». Roberto Maroni lo dice parlando a Como in un incontro per la campagna elettorale e preannuncia che sarà il consiglio federale della Lega (oggi pomeriggio) a definire nel dettaglio le iniziative da adottare. Il leader Lumbard si augura che «anche i sindaci di altri partiti, sconfessando la linea di Pd e Pdl, possano aderire alla battaglia». E apprezza la posizione di vicinanza espressa dal Sindaco di Milano, «una sorpresa positiva, perchè Giuliano Pisapia è una persona coerente».

Che la protesta della Lega contro l'Imu stia «facendo proseliti anche tra i sindaci del Pdl e del Pd», Maroni lo scrive su Facebook.
Ma numerosi primi cittadini democratici prendono le distanze.
A partire dal sindaco di Torino, Piero Fassino che ricorda come «tutti i sindaci italiani» stiano «chiedendo che l'Imu sia corretta nella direzione di diventare un vero tributo comunale». Ma, dice Fassino, «penso che le leggi vanno sempre rispettate e l'Imu è una legge. Quando non le si condivide si combatte per cambiarle, non per negarle». D'altra parte, ricorda l'esponente Pd «oggi per più del 50 per cento l'introito è incamerato dallo Stato. Ma bisogna battersi per questo obiettivo tutti insieme».

Sulle stesse posizioni i primi cittadini di Forlì, Bologna e Vicenza. Da Forlì Roberto Balzani bolla come «comoda trovata per parlare alla pancia dei cittadini, e per far loro dimenticare le eventuali cadute di stile di una classe politica non troppo diversa dalle altre» lo sciopero fiscale lanciato dalla Lega.
Bologna si schiera con le città in lotta contro le «troppe tasse» richieste dal governo Monti. Ma piuttosto che aderire alla rivolta fiscale a cui inneggia la Lega, il sindaco Virginio Merola (che manifesterà a Venezia con gli altri primi cittadini di Anci) chiede che i soldi prelevati ai bolognesi con l'imu restino sotto le due torri: il 75% fin da subito e a regime tutti.
Mentre per il sindaco di Vicenza, Achille Variati «l'Imu sulla prima e sulla seconda casa» deve essere «assolutamente limitata al 2012, anno in cui allontanarci dal pericolo del fallimento e rilanciare lo sviluppo».

Il sindaco di Milano ha detto no alla rivolta fiscale, perchè «diventa un aiuto all'evasione e non un contributo per modificare una norma ritenuta ingiusta». L'imposta, è tornato a dire, «è municipale, e tutto il ricavato serve ai Comuni per finanziare e pagare servizi che creano occupazione». Ma Pisapia ha anche ammonito Governo e Parlamento perché prendano «in tempi brevi decisioni» che vadano «nella direzione di più equità e sviluppo». O temo, avverte il sindaco «che a settembre ci possa essere un'esplosione sociale».

Il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, si domanda «dove fosse Maroni quando è stata abolita l'Ici. Un provvedimento che oggi ci obbliga a mettere un'Imu più pesante». Lo dico, aggiunge il leader centrista, «in riferimento non soltanto a Maroni ma anche ai tanti che ogni giorno spiegano a Monti che cosa doveva fare».
Intanto il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo, precisa: «Sull'Imu abbiamo dovuto operare in emergenza. In prospettiva forse si potrà ridurre l'imposizione, dipenderà dal gettito reale che avremo a fine anno, oppure potremmo intervenire sulle imposte collaterali come per esempio quelle che si pagano in sede di compravendita degli immobili».

L'attenzione ora è puntata sul Carroccio che, nel consiglio federale di oggi pomeriggio, si prepara ad approvare le proposte contro l'introduzione dell'Imu, che saranno poi illustrate domani, a Zanica, nel corso del 'Lega unita day'. Ma nella riunione di oggi ci sono anche ipotesi di possibili espulsioni dal movimento di altri componenti del partito, coinvolti nello scandalo sulla gestione dei soldi della Lega. Tra i nomi più a rischio potrebbe esserci quello di Piergiorgio Stiffoni, ex componente del comitato amministrativo, autosospesosi venerdì dopo che i pm avevano sentito Federico Bricolo sulla gestione dei soldi del gruppo al Senato, per il quale non si esclude possa essere presto emesso dai magistrati un avviso di garanzia. Stiffoni, si è appreso, avrebbe utilizzato un conto che serve di norma per rimborsare le spese dei senatori, per effettuare operazioni «sospette» come l'emissione di assegni circolari e una serie di prelievi in contanti. Le operazioni «sospette» emergono dalle indagini dai pm di Milano sui fondi del Carroccio. Gli inquirenti valutano la posizione di Stiffoni e non è esclusa una eventuale contestazione di peculato, perchè si tratta di soldi pubblici.

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