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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2012 alle ore 06:38.

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ROMA
Per aggredire il moloch della spesa pubblica, il Governo non si affiderà solo a Enrico Bondi, l'ex commissario straordinario della Parmalat (si veda articolo a pagina 3). A scendere in campo con lui ci saranno infatti anche l'ex premier Giuliano Amato e l'economista Francesco Giavazzi.
La mission affidata al primo non sarà delle più semplici. «Il Consiglio dei ministri ha conferito ad Amato – ha spiegato ieri il premier Mario Monti nel corso della conferenza stampa seguita alla riunione dell'esecutivo – l'incarico di fornire al premier analisi e orientamenti sulla disciplina dei partiti per l'attuazione dei principi di cui all'articolo 49 della Costituzione, sul loro finanziamento nonché sulle forme esistenti di finanziamento pubblico, in via diretta o indiretta, ai sindacati». Un ruolo che non è stato oggetto di confronto con i leader delle tre forze politiche che sostengono il Governo. «Se ho parlato con Alfano, Bersani e Casini della scelta di analizzare la situazione dei finanziamenti ai partiti? No», si è limitato ad aggiungere Monti rispondendo ai giornalisti che chiedevano lumi sul percorso che ha portato alla designazione di Amato.
Quanto a Giavazzi, ha proseguito il premier, «dovrà invece fornire al presidente del Consiglio e ministro dell'Economia e al ministro dello Sviluppo analisi e raccomandazioni sul tema dei contributi pubblici alle imprese». Entrambi, ha poi precisato Monti insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, svolgeranno la loro attività «a titolo gratuito».
Le nomine di Amato e Giavazzi hanno però provocato l'immediata levata di scudi del Pdl che, con il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, ha puntato il dito contro la designazione effettuata senza un confronto con le forze politiche. «Francamente la situazione italiana subisce una ulteriore accentuazione sul terreno della paradossalità: adesso il governo tecnico – ha attaccato l'esponente pidiellino – si serve di tecnici per essere consigliato su materie tecnico-economiche e si serve di una personalità politica per essere guidato per mano sul piano della riforma dei partiti sulla quale c'è un impegno in atto a livello parlamentare. Vedremo nei giorni futuri a dove porterà tutto ciò augurandoci che essa - malgrado tutte queste contraddizioni - evolverà verso il meglio».
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