Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2012 alle ore 06:41.

My24


PARIGI. Dal nostro corrispondente
Primo maggio di festa e, fatto assolutamente inedito, di durissime polemiche oggi in Francia. Alle tradizionali manifestazioni sindacali - e a quella che dal 1988 organizza sotto il segno di Giovanna d'Arco il Front national a Parigi, durante la quale Marine Le Pen darà verosimilmente indicazione ai suoi elettori di votare scheda bianca al secondo turno - si aggiunge infatti per la prima volta una iniziativa politica autonoma della destra, voluta da Nicolas Sarkozy.
Una decisione, quella del presidente uscente, che ha il sapore di una provocatoria reazione ai sindacati. In particolare di quelli (la Cgt, di sinistra, ma anche Fsu e Solidaires, forti soprattutto nel pubblico impiego) che hanno esplicitamente chiesto un voto contro Sarkozy. E già questa era stata una prima violazione delle regole non scritte secondo le quali i sindacati si astengono dal parteggiare per l'uno o l'altro candidato alle presidenziali. Il segretario della seconda organizzazione francese più rappresentativa, François Chérèque della Cfdt, era stato molto critico: «È un errore, perché rischia di mettere tutto il mondo sindacale in una situazione difficile, all'indomani del ballottaggio, qualora a prevalere fosse il presidente uscente».
Sarkozy, ben sapendo che ormai solo la radicalizzazione dello scontro politico può consentirgli di mantenere in vita la speranza di vincere domenica prossima, non si è lasciato sfuggire l'occasione. È andato subito all'attacco inventandosi un meeting al Trocadéro per festeggiare «il vero lavoro». In contrapposizione, è il sottinteso, a chi vive dei sussidi di disoccupazione, a chi utilizza tutte le garanzie offerte dalla legge per lavorare il meno possibile, a chi ha sostenuto ieri e continua a sostenere oggi la validità delle 35 ore.
Sarkozy ha poi fatto marcia indietro («Pensavo a una vera festa del lavoro»), ma altro olio era ormai stato versato sul fuoco. Costringendo il fronte sindacale a compattarsi contro di lui («Un discorso insopportabile, che punta a dividere i francesi», ha commentato Chérèque). E il premier François Fillon a scendere in campo per cercare, come sempre, di limitare i danni, di rimettere insieme i cocci: «Non mi piace che si critichino i sindacati, necessari al funzionamento dell'economia e del sistema sociale».
Ma Sarkozy si è spinto anche più in là, accusando l'avversario socialista François Hollande, di «sfilare dietro le bandiere rosse della Cgt, mentre io parlerò davanti a una marea di bandiere tricolori». Quando da giorni è noto che Hollande oggi non sarà a Parigi bensì a Nevers, per ricordare l'ex premier Pierre Bérégovoy, che si è suicidato il 1° maggio 1993.
A sei giorni dal secondo turno delle presidenziali, l'atmosfera politica si sta facendo insomma poco respirabile. Mentre si riaprono - con documenti di dubbia provenienza e finte interviste - i dossier che già hanno tenuto banco nei mesi scorsi, dal supposto finanziamento libico alla campagna elettorale di Sarkozy nel 2007 (che il presidente ovviamente smentisce annunciando iniziative legali) al ruolo che avrebbero avuto i servizi francesi nella vicenda dello scandalo newyorchese che ha eliminato dai giochi Dominique Strauss-Kahn.
La tensione sale anche in vista del dibattito televisivo di domani sera tra i candidati, classico momento forte della campagna tra i due turni. Insieme all'operazione 1° maggio è l'ultima carta in mano a Sarkozy per tentare quella che a tutti pare ormai essere una missione impossibile. Anche se l'ultimo sondaggio segnala una riduzione dello scarto, il distacco continua infatti a sembrare incolmabile: 53 a 47 per Hollande.
Più aggressivo, più duro, con più esperienza, il presidente candidato è convinto di uscire vincente da un confronto che potrebbe assomigliare molto a un match di pugilato.
Vedremo se l'appuntamento sarà in grado di soddisfare le attese della vigilia. Non succede da tempo. Nel 1995 il duello tra Jacques Chirac e lo sfidante socialista Lionel Jospin era stato freddo, senz'anima. Nel 2002, con il frontista Jean-Marie Le Pen incredibilmente al ballottaggio, non c'è stato proprio. Nel 2007 la candidata del Ps Ségolène Royal non era oggettivamente all'altezza e di fatto non c'è stata partita. Tutti sperano quindi che si torni, mitizzandoli un po', ai livelli degli scontri tra Giscard e Mitterrand. Con quelle battute che hanno fatto storia: «Non avete il monopolio del cuore» (Giscard a Mitterrand nel 1974); «Mi avete accusato di essere l'uomo del passato. Certo per voi deve essere irritante essere diventato l'uomo del passivo», (Mitterrand a Giscard nel 1981).
Altri tempi. Altri uomini. Un altro mondo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La manifestazione di oggi
Accanto ai tradizionali cortei dei sindacati per il 1° maggio, ci sarà quello della destra, voluto dal presidente uscente Nicolas Sarkozy. Che provocatoriamente ha detto che scenderà in piazza «per il vero lavoro»
Il dibattito di domani
Sarkozy si gioca l'ultima carta nel confronto televisivo di domani, momento cruciale della campagna tra il primo e il secondo turno. Il divario con François Hollande si è assottigliato (53% a 47%) ma è molto improbabile che le urne diano un risultato a sorpresa

Shopping24

Dai nostri archivi