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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2012 alle ore 06:41.

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Piergiorgio Stiffoni (LaPresse)Piergiorgio Stiffoni (LaPresse)

Sospeso, il senatore leghista Piergiorgio Stiffoni lo è due volte. Cacciato, una volta sola. La prima ha fatto da sé: si è autosospeso dal gruppo parlamentare. La seconda no, perché da ieri è sospesa la sua iscrizione sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Milano. Tra due sospensioni è arrivato anche un verdetto che taglierebbe la testa al toro a meno di ricorsi interni: al termine del consiglio federale, infatti, Roberto Maroni, ha comunicato ufficialmente che il senatore Stiffoni è fuori dal movimento.

Secondo quanto è filtrato negli uffici della procura, Stiffoni avrebbe utilizzato un conto - che serve di norma per rimborsare le spese dei senatori - per effettuare operazioni «sospette» come l'emissione di assegni circolari e una serie di prelievi in contanti. Per questo motivo gli inquirenti stanno valutando se contestare o meno il peculato, visto che si tratta di soldi pubblici.

Al senatore Stiffoni, secondo quanto risulta dalle indagini dei pm di Milano, la Lega Nord aveva dato la delega ad operare sul conto, acceso presso la Bnl, su cui confluiscono soldi pubblici del Senato e che devono andare a coprire le spese dei senatori e in questo caso di quelli del gruppo del Carroccio. Stiffoni avrebbe così gestito, tra il 2010 e il 2011, con modalità tutte da approfondire, secondo le prime analisi degli investigatori, oltre tre milioni di fondi pubblici. Sotto la lente una serie di operazioni su quel conto, tra le quali movimentazioni di assegni e prelievi. Operazioni sui cui ci sono state anche delle segnalazioni da parte dell'Uif, l'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia, ora agli atti della Procura.

Venerdì scorso è stato sentito come teste dai pm il capogruppo al Senato della Lega, Federico Bricolo, che avrebbe spiegato di non sapere cosa facesse Stiffoni con i soldi del conto per i senatori del Carroccio, perchè aveva la delega ad operare e la fiducia del partito. Lo stesso Stiffoni era stato sentito a verbale una decina di giorni fa e gli inquirenti avevano, da quanto si è saputo, sospeso l'audizione quando il senatore era caduto in contraddizioni, diventando un potenziale indagato.

Durante il consiglio federale la Lega ha deciso anche di risarcire le vittime del fallimento di Credieuronord con tre milioni «recuperati da fondi sparsi in giro». Una parte sarà destinata alle sezioni del partito sul territorio e ai militanti.

Ieri è stata una giornata in cui non sono mancate le notizie di scontri interni alla Lega. A Firenze – in puro carattere toscano – non se le sono mandate a dire. «Formalizzerò la prossima settimana la querela» nei confronti di Alessandro Pucci, uno degli ex revisori dei conti del Carroccio toscano ha annunciato l'eurodeputato della Lega Nord della Toscana ed ex segretario regionale del partito Claudio Morganti. Una presa di posizione che fa seguito all'apertura di un fascicolo sulla gestione economica del Carroccio regionale da parte della Procura di Firenze. Il fascicolo, senza ipotesi di reato, è stato aperto dopo le dichiarazioni di Pucci circa bilanci definiti «opachi». «Ho già predisposto tutta la documentazione – ha spiegato Morganti, a margine di una conferenza stampa – articoli di giornali, dichiarazioni, video di questo ex tesoriere. Adesso basta: noi a queste falsità non ci stiamo. La Lega Toscana si è sempre comportata in modo trasparente».

Maroni non ha mancato di far sentire la sua voce. «Penso che quello che è successo, dal caso Belsito e dintorni alle vistose calunnie su Finmeccanica, qualche effetto negativo lo porterà, è inevitabile, ma sono anche fiducioso che in questi giorni riusciremo a spiegare quello che è successo e a far capire ai cittadini che la Lega c'è, è forte e continua le sue battaglie sacrosante». Così Maroni ha risposto a chi gli ha chiesto che cosa si aspetta dall'esito delle Comunali.
LA «VICENDA STIFFONI»La nuova ipotesi di accusa
Il senatore della Lega Piergiorgio Stiffoni, che era l'amministratore del gruppo parlamentare, potrebbe essere accusato dai pm di Milano di peculato

La gestione del denaro
Tra il 2010 e il 2011 Stiffoni avrebbe gestito tra i 3 e i 4 milioni di euro sul conto della Lega presso la Bnl. Nel mirino degli investigatori della Gdf alcuni movimenti effettuati dal senatore, tra cui l'emissione di assegni circolari e soprattutto prelievi in contanti. Si è mossa anche l'Unità d'informazione finanziaria di Bankitalia che ha segnalato le operazioni come «sospette»

L'espulsione
Stiffoni, che si era autosospeso dal gruppo, è stato espulso dalla Lega

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