Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2012 alle ore 23:08.

My24

Uno scudetto, tanti protagonisti. In panchina, con Antonio Conte che ha sorpreso davvero tutti. In campo, da Pirlo a Vidal, da Buffon a Marchisio, a Del Piero. E anche in societa'. Il trionfo della Juventus rappresenta il primo titolo conquistato da Andrea Agnelli presidente, titolo che gli fa conquistare la palma di piu' giovane (36 anni) numero uno scudettato in 115 anni di storia del club.

Insediatosi il 19 maggio 2010, Agnelli ha vissuto una prima stagione deludente: secondo settimo posto consecutivo, Juve fuori dall'Europa e conti in profondo rosso. Poi, l'estate scorsa, la sterzata netta: via Del Neri, ecco Antonio Conte. In piu' un mercato sapientemente gestito dall'ad Beppe Marotta e dal ds Fabio Paratici.

Scelte vincenti, per un successo giunto in anticipo rispetto alle previsioni. Preceduto da altri fatti importanti. Fin dall'inizio del suo mandato, infatti, il presidente ha agito in modo forte e partecipe. Al tempo stesso, manager con una visione moderna del calcio e tifoso appassionato. Ha rivitalizzato l'orgoglio del popolo bianconero chiedendo a piu' riprese la ''parita' di trattamento'' con gli altri club su Calciopoli. Prima la richiesta di revoca dello scudetto 2006 assegnato a tavolino all'Inter, poi la richiesta di danni per 444 milioni alla Federcalcio. Ora lo scudetto chiude sei anni delicati e difficili di rifondazione dopo lo tsunami del 2006. L'8 settebre scorso, un'altra tappa storica: Agnelli inaugura il nuovo stadio bianconero, un ponte verso il futuro. Tappa cui segue, nell'assemblea dei soci di ottobre, l'annuncio che quello che si sta concludendo sarebbe stato l'ultimo anno in bianconero di Del Piero.

Ecco, il capitano. Alex chiude dopo 19 anni la sua straordinaria vita in bianconero con un trionfo, al termine di una stagione che lui stesso definisce ''la piu' difficile''. L'annuncio di Agnelli suona come un prepensionamento, Del Piero viene impiegato a singhiozzo in campionato ma riesce comunque a mettere la firma sullo scudetto. La punizione del successo sulla Lazio e' una parabola di colore bianco-rosso-verde.
In tema di fuoriclasse, lo sguardo si rivolge a Pirlo. Andrea e' stato il vero valore aggiunto della Juve: classe infinita, catalizzatore e ispiratore del gioco bianconero, punta di diamante di un centrocampo con pochi eguali completato da Marchisio e Vidal. Il primo giunto alla definitiva consacrazione, il secondo vera sorpresa che ha spostato gli equilibri.

L'esplosione del cileno ha costretto Conte a ridisegnare tatticamente la squadra. E proprio sulla mediana ha costruito le sue fortune. Facendo un passo indietro troviamo la difesa migliore della serie A, la meno battuta. Con Buffon tornato il migliore di tutti, che regala un brivido con la papera che permette al Milan di ridurre a un solo punto lo svantaggio a due giornate dalla fine, Barzagli protagonista di una stagione straordinaria, Chiellini ormai leader imprescindibile e Bonucci, passato da brutto anatroccolo nella prima parte dell'anno a lucchetto della difesa a tre varata nella seconda parte di stagione.

E l'attacco? La Juve e' stata una cooperativa del goal, il reparto avanzato ha fatto fatica a concretizzare la mole di gioco costruita ed e' entrato nell'occhio del ciclone soprattutto nel periodo dei pareggi all'inizio del girone di ritorno quando la Juve sembro' abdicare dai sogni di gloria. Matri, pur viaggiando a fasi alterne, e' stato l'attaccante piu' prolifico, ma la chiave del sorpasso al Milan e' stata l'esplosione di Mirko Vucinic. Unita al ritorno di Quagliarella e ai gol decisivi di Borriello nel finale.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi