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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2012 alle ore 23:00.

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Boris Tadic (Afp)Boris Tadic (Afp)

Sarà ballottaggio in Serbia tra il presidente uscente Boris Tadic, leader dello schieramento riformista e europeista, e il leader dell'opposizione conservatrice e nazionalista Tomislav Nikolic. I due sono divisi da un margine molto ridotto, secondo quanto riferito dal Centro per la democrazia e le libere elezioni (CeSID) sulla base dei primi dati parziali. Tadic avrebbe ottenuto il 26,8%, Nikolic il 25,6%.

Tadic e Nikolic si affrontano per la terza volta alle presidenziali, dopo i duelli del 2004 e del 2008.

Distanziati gli altri candidati: il ministro dell'interno Ivica Dacic ha ottenuto il 15,2% dei consensi, l'ex premier conservatore Vojislav Kostunica il 7,7%, il ministro della sanità Zoran Stankovic il 7,1%, il leader liberaldemocratico Cedomir Jovanovic il 5,3%. Jadranka Seselj, moglie del leader ultranazionalista Vojislav Seselj sotto processo per crimini di
guerra al Tribunale dell'Aja (Tpi), viene data al 3,9%, il muftì del Sangiaccato Muamer Zukorlic all'1,1%.

Anche in Serbia, come in Francia e in Grecia, la crisi economica e l'austerity hanno dominato, e domineranno, la campagna elettorale, dando un vantaggio alle forze politiche all'opposizione. Negli ultimi quattro anni, il dinaro ha perso il 30% del suo valore, la disoccupazione è salita di dieci punti percentuali (al 24%), il debito pubblico ne ha sommati 16, fino ad arrivare a 14,4 miliardi di euro. Gli stipendi medi, in questo Paese che Tadic vorrebbe nell'Unione europea, sono di appena 380 euro al mese.

E su questo, sulla perdita di posti di lavoro e sull'impoverimento della popolazione, ha giocato tutto Nikolic. Che tuttavia ha abbandonato la vecchia retorica anti-europea e anti-occidentale che ne avevano fatto una sorta di erede di Slobodan Milosevic.

Oltre che per le presidenziali, si votava anche per le elezioni legislative, regionali e comunali. L'affluenza si è fermata sotto il 55% dei poco oltre i 6,7 milioni di aventi diritto. Il dato non tiene conto del Kosovo ed è in linea rispetto alla partecipazione del 54,2% registrata nelle parlamentari del 2008. Il dato non include i risultati dei 110mila serbo-kosovari chiamati alle urne - per le sole presidenziali e legislative - nell'ex provincia del Kosovo e che hanno votato nei 90 seggi allestiti dall'Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza europea (Osce).

La Serbia è candidata all'ingresso nell'Unione europea dal 1° marzo dopo aver soddisfatto le condizioni imposte da Bruxelles, inclusa la cattura e la consegna al Tribunale della Aja di Radovan Karadzic, Ratko Mladic e Goran Hadzic, per gli atroci crimini commessi durante la guerra nella ex Jugoslavia.

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