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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2012 alle ore 00:14.

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«I risultati delle elezioni in Francia e in Grecia impongono una riflessione sulla politica europea»: la disciplina del bilancio resta un «elemento essenziale» ed è «una condizione necessaria, ma non certo sufficiente per l'obiettivo chiave: una crescita sostenibile, creatrice di occupazione e orientata all'equità sociale». È quanto afferma in una nota il premier Mario Monti secondo cui «per questo, è fondamentale che l'Europa adotti con urgenza concrete politiche per la crescita. L'Italia deve avere, in questo, un particolare ruolo di orientamento e di impulso in Europa».


Questo il testo della dichiarazione del premier: «I risultati delle elezioni in Francia e in Grecia impongono una riflessione sulla politica europea. La disciplina del bilancio pubblico rimarrà un elemento essenziale dell'Unione economica e monetaria. È importante per i singoli paesi, anche a prescindere dai vincoli comunitari, attenersi ad una finanza pubblica responsabile sull'arco del ciclo economico, che nell'ambito della spesa pubblica privilegi quella per investimenti produttivi rispetto alla spesa corrente, e che non scarichi oneri sulle generazioni future, come per lunghi periodi era accaduto in Francia, in Italia, in Grecia e in altri paesi. Una finanza pubblica responsabile è condizione necessaria, ma non certo sufficiente per l'obiettivo chiave: una crescita sostenibile, creatrice di occupazione e orientata all'equità sociale. Per questo, è fondamentale che l'Europa adotti con urgenza concrete politiche per la crescita. L'Italia deve avere , in questo, un particolare ruolo di orientamento e di impulso in Europa». «Tale ruolo, intrapreso dal governo fin dall'inizio e pur trovandosi allora in una condizione finanziaria di oggettiva debolezza - si legge nella nota - troverà ora uno spazio maggiore. Nell'estate scorsa l'Italia ritenne di accettare sia la richiesta dell'Unione europea di anticipare dal 2014 al 2013 il pareggio di bilancio, sia una pesante lettera della Banca Centrale europea che dettava numerosi e dettagliati obblighi. Pur dovendo rispettare tali vincoli ereditati, l'attuale governo ha assunto un ruolo di sollecitazione alla crescita, in particolare promuovendo in febbraio la lettera, sottoscritta da altri undici Capi di governo ma non da quelli di Germania e Francia, che ha chiesto alla Commissione e al Consiglio europeo misure per la crescita, che saranno oggetto di discussione e di decisione al Consiglio europeo di giugno».

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