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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2012 alle ore 13:45.

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Roma dice addio ad Equitalia. A dicembre, l'amministrazione capitolina intende porre fine alla collaborazione con la contestatissima società (51% Agenzia delle Entrate e 49% Inps) incaricata della riscossione dei tributi locali per lasciare spazio ad Aequa Roma, Spa interamente partecipata dal Comune per il controllo e l'accertamento delle entrate capitoline.

Alemanno: no a realtà cieche
«Noi dalla fine di quest'anno - ha annunciato il sindaco Gianni Alemanno nel corso di un convegno di Confesercenti - chiudiamo ogni rapporto con Equitalia. Aequa Roma opererà in stretto rapporto con le categorie produttive in modo da non creare una realtà cieca». Per Alemanno occorre differenziare «gli evasori dalle persone che hanno problemi oggettivi e non possono essere uccise dal fisco». Dobbiamo dire no, ha poi aggiunto, «a realtà cieche di ganasce fiscali che attaccano gli evasori ma allo stesso modo anche le persone che hanno problemi oggettivi a pagare».

Polverini: gestione autonoma anche per la Regione Lazio
La scelta del Comune di gestire in proprio la riscossione sarà presto imitata anche dalla Regione Lazio, la cui presidente Renata Polverini, pure presente al convegno, ha ricordato di aver depositato nel dicembre scorso una proposta di legge in tal senso ora all'esame della commissione competente. Anche il Lazio, ha spiegato, «si sta strutturando con una società di riscossione propria, naturalmente al di là della grande questione che oggi investe Equitalia, anche rispetto ai fatti di cronaca recentemente accaduti». «Abbiamo bisogno di dotarci di un servizio per le nuove funzioni che le regioni hanno acquisito con il federalismo – ha concluso - un ragionamento avviato già due anni fa col nostro insediamento ma che oggi si rende ancora più necessario, anche per evitare alcuni atteggiamenti di Equitalia».

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