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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2012 alle ore 07:31.

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Se hai il 66 per cento di voti di un Paese contro l'austerity è difficile formare un Governo. Così Antonio Samaras, leader di Nea Dimokratia, ha preso atto in meno di ventiquattro ore che è impossibile formare un Esecutivo con le forze sostenitrici delle misure di austerità imposte dal piano di salvataggio europeo.

Sebbene avesse tre giorni di tempo, ha rinunciato all'incarico e lo ha rimesso nelle mani del presidente. Ora la palla passa nel campo del leader di Syriza, la sinistra radicale di Alexis Tsipras, uscita a sorpresa seconda dalle elezioni di ieri. Tsipras ieri aveva rivolto un appello a tutte le forze anti-euro ma aveva già ricevuto un no (forse tattico) dai comunisti del Kke, che restano una forza settaria nel panorama politico greco.
Le cose si complicano nella "roulette greca" mentre il Paese è percorso da fremiti e pulsioni di estrema destra xenofoba in un clima da Repubblica di Weimar.

Riuscirà Tsipras a trovare un nuovo Governo di coalizione? Difficile dirlo anche se sulla carta l'impresa è tutta in salita e forse gli stessi protagonisti stanno giocando una partita che vuole arrivare ancora una volta al voto anticipato a giugno.

Senza i 108 seggi di Samaras che ha ottenuto il premio di maggioranza dei 50 seggi e il Pasok di Venizelos (41 seggi) anche Tsipras (52 seggi) avrà difficoltà a trovare una nuova maggioranza. La sinistra democratica (19 seggi) i comunisti del Kke (26), indipendenti di sinistra (33) sono un fronte anti-austerity con venature diverse anti-europee, ma questo non è sufficiente per formare una coalizione di Governo in un momento così complesso per il Paese.

A Tsipras occorrebbe imbarcare anche il Pasok che però era a favore, almeno sulla carta, all'austerity, anche se ieri il suo leader Evangelos Vanizelos, ex ministro delle Finanze, si è detto aperto a una rivisitazione del piano di salvataggio e soprattutto sul suo allungamento temporale al 2015.

Se il Pasok dovesse passare dalla parte del fronte anti-austerity o almeno per una sua modifica sostanziale, allora ci sarebbero i numeri per una strana maggioranza su cui puntare. Una maggioranza che potrebbe contare anche sul sostegno "esterno" del neo presidente francese, il socialista François Hollande, secondo cui l'austerity non è più l'unica opzione possibile per affrontare la crisi europea.

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