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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2012 alle ore 19:09.

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Il governo conservatore spagnolo si appresta al salvataggio della quarta banca del Paese, Bankia, nata nel 2010 dalla fusione di sette casse di risparmio in difficoltà: fonti della Banca di Spagna e del ministero dell'Economia hanno rivelato oggi, secondo quanto riporta il quotidiano El Pais, che il piano di salvataggio prevede l'immissione di denaro pubblico attraverso titoli di Stato convertibili in azioni, che Bankia dovrebbe pagare al tasso di interesse di mercato (circa l'8%).

L'intervento potrebbe essere annunciato ufficialmente già venerdì. Il presidente di Bankia, Rodrigo Rato, ex ministro dell'Economia di José Maria Aznar ed ex direttore del Fondo monetario internazionale, ha annunciato oggi le sue dimissioni.

Le dichiarazioni del premier
Lo stesso premier Mariano Rajoy, in un'intervista radiofonica, oggi non ha escluso l'uso di denaro pubblico per salvare le banche del Paese iberico. «Se fosse necessario per salvare il sistema finanziario spagnolo, non rinuncerei a iniettare denaro pubblico - ha detto Rajoy -; è l'ultima cosa che vorrei, ma se sarà necessario lo farò, così come lo hanno fatto altri governi». Il premier ha però insistito sul fatto che «Il denaro pubblico sarà usato solo in una situazione estrema e ... questo non avrà effetti sul deficit pubblico».

No alla "bad bank"
Rajoy ha ribadito di essere contrario alla creazione di una "bad bank", ma ha difeso la necessità di un ente che si faccia carico degli attivi immobiliari 'problematici' detenuti dalle banche, la cui creazione potrebbe essere annunciata nel consiglio dei ministri di venerdì.

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