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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2012 alle ore 06:37.

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ROMA.
Si presenterà con tre dossier Mario Monti nelll'incontro a Palazzo Chigi con il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn. Due più strutturali e già noti – la revisione del bilancio Ue 2013-2018 più orientato alla crescita e il rafforzamento del mercato unico europeo – l'altro con temi più puntuali e più nuovi, nel senso che su questi a breve ci potrebbero essere sostanziali passi in avanti. Di cosa si tratta? Di un regolamento europeo sui venture capital per attrarre capitali privati per investimenti; di una proposta fattuale sui project bond e di uno studio operativo sulla regola aurea, cioè su come contabilizzare in modo diverso la spesa per investimenti. Su quest'ultimo punto la novità è che per la prima volta la Commissione Ue dovrebbe condurre uno studio operativo per mettere – nero su bianco – come potrebbe funzionare la golden rule e con quale impatto sull'Europa. Insomma, se finora è stato un tema di dibattito, adesso si dovrebbe arrivare a una prima traduzione su carta e quindi assumere aspetti più concreti. Su questo punto ci sono stati già scambi tra il Governo italiano e Angela Merkel che non ha chiuso la strada così come sui tre dossier, sempre il ministro per gli Affari Ue, Enzo Moavero, ha preparato la strada incontrando ieri a Bruxelles lo stesso commissario Rehn, con Michel Barneir (commissario per il mercato interno e i servizi) e con Janusz Lewandowski (programmazione finanziaria e bilancio).
Ecco su questi argomenti ieri si è concentrata l'attenzione del premier che al centro dell'agenda di oggi tiene anche il problema dei crediti dell imprese verso la pubblica amministrazione su cui ha già detto di lavorare a «una soluzione europea». Anche su questo fronte si è già mosso il ministro Moavero che ieri ha pure incontrato almeno due commissari, Antonio Tajani (autore di una lettera di richiamo che oggi invierà a tutte le capitali per sollecitare la direttiva Ue) oltre Michel Barnier.
E se questo è il fronte più caldo, è tutto il tema della crescita europea a essere sottoposta a sempre maggiori pressioni, soprattutto dopo i risultati delle elezioni in Francia e in Grecia. E proprio Monti ha scritto in un messaggio che tiene conto di un dato prima di tutto politico. «I risultati delle elezioni in Francia e in Grecia – scrive Monti – impongono una riflessione. La disciplina del bilancio pubblico rimarrà essenziale ma non certo sufficiente per l'obiettivo chiave: una crescita sostenibile, creatrice di occupazione e orientata all'equità». E in questo contesto che Monti prova a essere guida di un processo iniziato già a febbraio: «L'Italia deve avere un ruolo dopo aver promosso in febbraio la lettera, sottoscritta da altri undici Capi di governo ma non da Germania e Francia, per chiedere misure per la crescita, oggetto di decisione al Consiglio Ue».
E se Monti, in Europa, si ritaglia il ruolo di mediatore tra Francia e Germania, in casa le cose sono più complicate dopo il voto di ieri. Palazzo Chigi fa sapere che nessun commento uscirà dalle stanze del Governo ma i collaboratori del premier fanno sapere che queste amministrative danno la fotografia di un paese molto simile a quella del primo turno in Francia, del voto in Grecia e anche delle elezioni regionali in Germania (con il successo dei Pirati): dunque un malessere che premia le ali estreme e i movimenti come Grillo. La cosa più preoccupante però è che non c'è stato nè «il disarmo bilanciato tra Pd e Pdl» nè «quella pacificazione tra partiti e cittadini». Al contrario, sembra che il clima sia più esasperato e che le forze politiche ora vogliano far pagare il prezzo di sconfitte proprio all'Esecutivo anche se nessuno crede che possa essere staccata la spina.
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La strategia italiana per la crescita
PROJECT BOND
Sui project bond, si avanza a piccoli passi. L'idea di fondo è quella di arrivare a emissioni comunitarie per sostenere gli investimenti in infrastrutture e altri progetti comuni ai diversi paesi dell'Unione ed è legata all'ipotesi di ricapitalizzazione della Banca europea per gli investimenti
VENTURE CAPITAL
Oltre al rafforzato ruolo della Bei, in linea con l'ipotesi lanciata dal presidente del Consiglio Herman Van Rompuy (10 miliardi di euro, pari a nuovi prestiti per 60 e nuovi investimenti per 180) si ragiona su un regolamento europeo sul venture capital per attrarre capitali privati per investimenti
GOLDEN RULE
L'idea è di riproporre un vecchio cavallo di battaglia di Mario Monti: quello di scorporare parte delle spese per investimenti dal computo del deficit (la golden rule). Verrà affrontata con cautela perché in passato non ha mai superato il livello di ipotesi per le persistenti difficoltà a definire con omogeneità gli investimenti produttivi in tutti i Paesi membri dell'Ue
MERCATO INTERNO
Per promuovere crescita e competitività il Governo italiano vede un ruolo molto importante nel fattore mercato interno, nel suo buon funzionamento. Secondo palazzo Chigi c'è un'ampia potenzialità di espansione che passa attraverso la completa attuazione della direttiva sulla liberalizzazione dei servizi e il potenziamento del terziario

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