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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2012 alle ore 18:33.

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Il consiglio di giurisdizione della Camera ha «rigettato i ricorsi proposti in tema di assegni vitalizi spettanti ai deputati cessati dal mandato». Lo segnala una nota di Montecitorio. I ricorsi degli ex parlamentari contro le nuove norme che tagliano i vitalizi, sono stati respinti perché quelle norme sono «ragionevoli».

I vitalizi sono pensioni a tutti gli effetti
Il Consiglio di giurisdizione della Camera dei deputati ha depositato il 7 maggio le sentenze con le quali ha rigettato i ricorsi, precisando che i vitalizi sono pensioni a tutti gli effetti e dunque si devono applicare le riforme in materia. Secondo Ignazio Abrignani (Pdl), componente del consiglio di giurisdizione, «non si può chiedere un diritto che non é ancora stato acquisito». Il consiglio di giurisdizione, presieduto da Giuseppe Consolo (Fli), è composto anche da Ignazio Abrignani (Pdl) e Tino Iannuzzi (Pd)ì: é un organismo interno che decide tutte le controversie
che riguardano Montecitorio.C'é la possibilità di un secondo grado al collegio di appello a cui si può fare ricorso dopo un primo pronunciamento.

Ventisei i ricorsi presentati
A febbraio erano risultati 26 i ricorsi presentati alla Camera contro i tagli ai vitalizi dei parlamentari: tre erano stati presentati da deputati in carica (Giorgio Jannone e Roberto Rosso del Pdl, Daniele Molgora del Carroccio). Per numero si fecero notare i ricorsi dei leghisti: 15 della Lega Nord, sette del Pdl (compresi ex Fi e ex An), tre all'Ulivo, uno al Prc.

Le nuove regole
La delibera del dicembre 2011 ha approvato il nuovo sistema previdenziale per i deputati basato sul calcolo contributivo, che ha sostituito il vitalizio a partire dal primo gennaio di quest'anno. Ecco i punti salienti: accesso al trattamento a 65 anni, con un periodo contributivo minimo di cinque anni (per ogni anno di mandato ulteriore, l'età è diminuita di un anno con il limite inderogabile di 60 anni). Il requisito vale per tutti i deputati cessati dal mandato, indipendentemente dalla data di inizio del mandato parlamentare. Prevista l'applicazione del sistema pro rata ai deputati in carica al primo gennaio 2012, e ai parlamentari che avevano esercitato il mandato elettivo precedentemente a tale data e che saranno successivamente rieletti. (N.Co.)

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