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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2012 alle ore 06:37.

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BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
L'elezione di François Hollande all'Eliseo modifica in parte gli equilibri politici nella zona euro. L'asse franco-tedesco continuerà ad avere la meglio in futuro, ma c'è chiaramente il desiderio della diplomazia italiana di cogliere il momento di transizione per guadagnare spazio e strappare alcuni obiettivi: nuove misure per sostenere la domanda, e magari (se possibile) un nuovo metodo di calcolo del deficit attraverso la cosiddetta regola aurea.
Qualche giorno fa il premier Mario Monti è tornato pubblicamente su questo suo antico cavallo di battaglia: lo scomputo degli investimenti statali dal calcolo del disavanzo pubblico, in modo da avere maggiore margine di manovra per sostenere la domanda economica. Per ora, i segnali provenienti dalla Commissione e dal Consiglio sono prudenti. D'altro canto, la Germania ha sempre temuto che questa possibilità si sarebbe tradotta in trucchi contabili.
La diplomazia italiana rimane volutamente cauta su questo fronte (ieri a Bruxelles c'era il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero). Certo, può contare sul lavoro del parlamento europeo. Un deputato del partito democratico, Roberto Gualtieri, ha presentato in aprile un emendamento che va in questo senso e che riguarda due regolamenti presentati dalla Commissione tesi a rafforzare la disciplina di bilancio.
«In passato il mio emendamento rischiava di non passare - spiegava ieri Gualtieri -. Oggi con l'arrivo al potere di Hollande e le idee presentate da Monti sono più possibilista. Un voto in Commissione è previsto il 14 maggio. Ci potrebbe essere un rinvio, oppure i deputati potrebbero chiedere all'esecutivo comunitario di fare una proposta. L'emendamento mi sembra efficace: eviterebbe un disordinato non rispetto delle regole, che vista la situazione economica è inevitabile».
Roma sa di dover essere prudente su questo fronte; non vuole dare l'impressione di cercare eccezioni. La partita è quindi appena iniziata. Più concreta per sostenere l'economia appare la ricapitalizzazione della Banca europea per gli investimenti. Una decisione potrebbe giungere al vertice informale a 27 entro inizio giugno. Legati alla ricapitalizzazione della Bei sono i project-bonds, le obbligazioni per progetti specifici.
Su questo versante, la Germania sta ammorbidendo la sua posizione. Un voto del parlamento europeo è atteso in luglio. Successivamente dovrà dare il suo accordo l'Ecofin. Nel frattempo, l'Italia intende giocare anche la carta del nuovo bilancio comunitario 2014-2020. Ieri a Bruxelles Fabrizio Barca, ministro per la coesione territoriale, ha confermato che il governo vuole «tornare a dare al bilancio europeo quella rilevanza decisiva di strumento per la crescita».
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Il manifesto del Sole 24 Ore per l'Europa
Cinque punti per il rilancio
Un governo economico dell'Europa; il rafforzamento dei poteri della Bce; il varo degli Euro project bond per sviluppare progetti per infrastrutture, ricerca e telecomunicazioni; l'emissione degli Eurobond per sostenere i Paesi in difficoltà; un mercato unico nel settore del credito. Sono le cinque priorità per rilanciare la crescita individuate dal Sole 24 Ore nel Manifesto per l'Europa lanciato lo scorso 1° novembre 2011

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