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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2012 alle ore 17:06.

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Esentare una parte del debito per gli investimenti dai vincoli di bilancio. Sarebbe un modo per fare «crescita senza inflazione, in piena coerenza con il fiscal compact». L'Italia ne sta parlando «in questi giorni» con i partner europei. Lo ha detto il premier Mario Monti, parlando al convegno a Firenze sullo stato dell'Unione. Questa è «l'idea» del governo italiano per rilanciare «la domanda interna». È l'idea che «io avevo già proposto nel '96 alla Commissione europea», ha ricordato Monti.

Il premier spiega: «se un paese ha un rapporto debito-Pil al 120% é questa l'unica cosa che conta o conta anche cosa ha fatto quel governo negli anni con i soldi che si é fatto prestare? Io sarei contento di vivere in un paese che ha usato il debito per finanziare infrastrutture, piuttosto che diperdere quel denaro nel consumo pubblico». Nel fiscal compact questo aspetto ha un impatto «minimo», sottolinea Monti, «ma possiamo lavoraci».

Certo «noi non possiamo applicare una formula troppo audace, come chiedere di esentare tutto il debito per investimenti. È necessario avere dei criteri rigidi, concordati a livello europeo, su debiti pubblici ammissibili o meno» dal calcolo del debito complessivo. È «difficile applicare questa distinzione», ma, ha concluso, «ci stiamo lavorando».

Diciamo ad esempio che «per i prossimi tre anni gli investimenti per la broad band o l'agenda digitale vengono incoraggiati» perchè «non andranno contati ai fini del Fiscal Compact». In questa ipotesi, ha detto il premier, «non c'è proprio niente di elusivo della disciplina di bilancio».

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