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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2012 alle ore 10:24.

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Per rafforzare la crescita nell'Eurozona, specie nei Paesi che hanno perso produttività e devono stimolarla, occorre «rafforzare la concorrenza nei mercati dei beni e servizi e la capacità di aggiustamento salariale e occupazionale delle imprese». Lo scrive la Banca centrale europea nel bollettino mensile.

«È della massima importanza assicurare finanze pubbliche sostenibili e crescita durevole nell'area dell'euro. La maggioranza dei paesi dell'area - recita il bollettino - ha realizzato buoni progressi in termini di risanamento dei conti pubblici nel 2011. Se da un lato la necessaria azione di riequilibrio complessivo dei conti grava sull'espansione economica nel breve periodo, dall'altro la sua riuscita attuazione contribuirà alla sostenibilità delle finanze pubbliche e quindi alla riduzione dei premi per il rischio sul debito sovrano». Secondo l'Eurotower, un contesto di maggiore fiducia nella situazione dei conti pubblici promuoverebbe anche l'attività nel settore privato, favorendo gli investimenti privati e la crescita a medio termine.

Allarme lavoro
È sempre più allarme occupazione nell'area euro: «I mercati del lavoro continuano ad indebolirsi», avverte la Bce. L'occupazione cala, la disoccupazione aumenta e «le indagini segnalano ulteriori sviluppi negativi nel prossimo futuro».

Italia Paese Eurozona con terzo debito privato più basso
L'Italia è il paese dell'Eurozona con il debito del settore privato più basso dopo Francia e Grecia. È quanto emerge da un'elaborazione della Bce, contenuta nel bollettino mensile, sulla valutazione del meccanismo di allerta per le economie dell'area dell'euro. Posta una soglia di allarme di 160 punti per il debito privato, l'indicatore sull'Italia per il 2010 si attesta a 126,4 punti, dietro solo ai 159,8 punti della Francia e ai 124,1 punti di Atene e addirittura davanti alla Germania (128,1 punti).

Questi quattro paesi sono gli unici dove il debito privato non è superiore al livello di allerta. In cima alla classifica troviamo invece Cipro (289,2 punti), Lussemburgo (253,9 punti) e Portogallo (248,5 punti). Le elaborazioni relative al debito pubblico vedono invece Roma al secondo posto dopo Atene. Posta una soglia d'allarme di 60 punti, l'indicatore sull'Italia segna 118,4 punti contro i 144,9 della Grecia e i 96,2 punti del Belgio, che si piazza al terzo posto. I paesi più virtuosi dal punto di vista fiscale risultano invece essere Estonia (6,7 punti), Lussemburgo (19,1 punti) e Slovenia (38,8 punti).

L'indicatore complessivo sulla posizione patrimoniale netta sull'estero non considera però l'Italia un paese a rischio. Posta una soglia di allerta a -35 punti, il Paese si trova a -23,9 punti grazie al basso indebitamento di famiglie e imprese. A superare invece il livello di allarme sono Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Cipro, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. Sulla base dell'indice combinato di debito pubblico e privato a rischiare di più e Lisbona (-107,5 punti), che stacca Atene, seconda a -92,5 punti.

Allentata stretta su credito a imprese e famiglie
I dati sulla moneta e sul credito nell'Eurozona mostrano che nel primo trimestre le condizioni finanziarie si sono stabilizzate e si è allentata di conseguenza la stretta sui prestiti a famiglie e imprese. «In linea con quanto si prefiggevano le misure dell'Eurosistema», si legge nel bollettino, «è stata evitata una correzione brusca e disordinata dei bilanci degli enti creditizi».

«A tale riguardo», prosegue Francoforte, «i risultati dell'indagine sul credito bancario di aprile indicano che l'inasprimento netto dei criteri applicati dalle banche dell'area dell'euro per la concessione di prestiti a società non finanziarie e famiglie è diminuito in misura notevole nel primo trimestre dell'anno rispetto a fine 2011, anche per effetto del miglioramento delle condizioni di finanziamento delle banche, pur a fronte di una domanda di credito «rimasta modesta» a causa della «debolezza dell'attività economica». L'Eurotower ha quindi esortato nuovamente le banche a «rafforzare ulteriormente la propria capacità di tenuta anche attraverso l'accantonamento degli utili».

In attesa di un graduale recupero
La Banca centrale europea continua ad attendersi che l'attività economica dell'area euro inizi un graduale recupero nel corso di quest'anno, dopo che sembra essersi stabilizzata «su un livello modesto». Tuttavia nel suo ultimo bollettino mensile la Bce ammette come le ultime indagini abbiano «messo in luce un contesto caratterizzato da incertezza. Le prospettive economiche - avverte l'istituzione nell'editoriale - restano soggette a rischi al ribasso».

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