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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2012 alle ore 08:53.

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Dov'è la crisi? «Non qui» mi risponde un operaio greco intento a rifornire di gasolio il capiente serbatoio di una barca di 28 metri pronta per uscire in mare aperto che sembra una tavola blu. Siamo a Glifada, il porticciolo a sud di Atene vicino al Pireo e quando si avvicina il week-end è tutto un fermento di ritocchi di vernice, lavori e rifornimenti di acqua e carburante perché stanno per arrivare i proprietari, per niente colpiti dalla crisi economica.

I ricchi greci vivono a Kolonnaki, il centro di Atene o a Kifissia, la nuova Beverly Hills della capitale, un quartiere fatto solo per famiglie facoltose in perfetto stile americano, shopping center, verde curato e viali ordinati e puliti. Prezzi stratosferici ma avverte un cartello all'ingresso dei negozi che una quota del prezzo pagato per acquistre un capo o un gioiello va per sensibilizare l'opinione pubblica sulla difesa dell'ambiente. Il Tennis club "Politia" e il ristorante alla moda Golden Phonix a Kifissia sono al completo e bisogna prenotare per trovare un posto.

Intanto la barca al porto di Glifada è pronta per salpare nel week-end di enensima crisi politica del paese, si chiama "Just for Fun", "solo per divertirsi", ed è già tutto un programma di vita mentre il paese va allegro verso la bancorotta. Anche le altre barche hanno nomi esotici: Dolce&Dolce, Lucifar, Anastasia, Game, May be not. Se volessi affittarne una per un giorno i prezzi varierebbero da 2.500 dollari in su, ma prima della crisi chiedevano 4mila dollari. Insomma un affare.

Per parcheggiare la barca invece si accontentano di 800 euro al mese, molto meno del vicino porticciolo di Kalamaki, molto più caro: 3mila euro al mese ma più vicino ad Atene e controllato da un servizio di vigilanza lungo il perimetro esterno. Molti proprietari di yachte battenti bandiera greca si sono stancati di pagare anche questi prezzi "stracciati" e hanno trasferito la mega-barca in Turchia o in Montenegro, dove i prezzi ovviamente sono più bassi.

Una prova di come la crisi greca colpisca duro gli strati più poveri o chi vive di reddito fisso (impiegati e pensionati) ma lascia indifferenti chi le tasse non le hai mai pagate e sa come dribblare i controlli del fisco che evidentemente al porto di Glifada o di Kalamaki non ci è mai venuto. E' proprio questa disparità sociale a rendere insopportabile l'austerità europea: chi già pagava prima continua a pagare ancora di più e chi negli ultimi quaranta anni ha considerato le tasse un optional continua a farlo senza problemi.

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