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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2012 alle ore 19:46.
«Grazie mille per tutto quello che stai facendo e sono a tua completa disposizione per ogni approfondimento che ritieni necessario».
Si conclude così una lettera datata 31 gennaio 2011 inviata da Riccardo Bossi, uno dei figli del fondatore della Lega Nord, a Francesco Belsito. La missiva è stata trovata dagli investigatori nella cassaforte dell'ex tesoriere del Carroccio, indagato per truffa aggravata e appropriazione indebita nell'ambito dell'indagine sui fondi del partito. «Caro Francesco, ti elenco i pagamenti a cui devo fare fronte al 31 gennaio 2011», è invece l'incipit della lettera che poi prosegue con l'elenco dei pagamenti richiesti dal giovane Bossi a Belsito: 981 euro relativi all'ultimo pagamento per il noleggio della Clio; si fa poi riferimento a «saldare in contanti le multe arrivate ad oggi» e quantificate in 1.857 euro.
Poi, Riccardo Bossi cita un pagamento non meglio specificato per il noleggio di un'auto e un altro pagamento di 12.625 euro (indicato come 5.175 + 7.450') per il noleggio di un'auto fino a febbraio 2011. E ancora si parla di «saldare un lavoro in carrozzeria» per 3.900 euro e «rate di leasing assicurazione» per 2.589 euro. Infine, un misterioso riferimento alla definizione di un «vecchio problema a base blu». Il sospetto degli inquirenti è che questi pagamenti siano stati effettuati con i soldi ottenuti dalla Lega a titolo di rimborso elettorale.
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