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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2012 alle ore 16:54.

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Spyros Gianniotis (Lapresse)Spyros Gianniotis (Lapresse)

L'inno greco risuona nello stadio di Olimpia. Mentre Atene brucia tra crisi economica e stallo politico, la Grecia per qualche ora ha guardato verso la culla dei Giochi per ritrovare orgoglio e fiducia. Il sacro fuoco è stato acceso e sotto la spinta del primo staffettista, il nuotatore Spyros Gianniotis (nato a Liverpool, e quindi ideale anello di congiunzione con le Olimpiadi londinesi) , è già in cammino verso Londra 2012, a poche ore dalle Final Four di Eurolega a Istanbul, dove Panathinaikos e Olimpiakos puntano al trono europeo del basket.

Strada in salita - Segnali di speranza che leniscono solo in minima parte le difficoltà oggettive e le ferite inferte nell'orgoglio greco dalla crisi, e dalle condizioni imposte da Europa e Fondo Monetario per provare a uscirne. Non a caso il presidente del Comitato Olimpico greco, Spyros Capralos («Mi saluti tanto il mio amico Sandro Campagna!», dice stringendo energicamente la mano, con la presa che testimonia il passato da pallanotista olimpico), ha voluto esplicitamente ringraziare il Cio e il suo numero uno Jacques Rogge per l'aiuto dato agli atleti greci in questo momento difficile. «A Londra porteremo un centinaio di atleti, e punto a migliorare le 4 medaglie vinte a Pechino2008, magari vincendone 6 - chiarisce Capralos -; ma i fondi statali dello sport sono sempre meno, e le mie preoccupazioni non vanno a Londra2012, ma soprattutto a Rio2016. Sarà nei prossimi quattro anni che lo sport greco sconterà duramente il prezzo della crisi».

Eredità olimpica - «I Giochi di Atene 2004? abbiamo fatto bene a farli»: sul tema Capralos non ha dubbi. «È vero, ci costatono 8 miliardi di euro, ma il nostro debito, purtroppo, e molto più grtande. E poi Atene ha avutio infrastrutture che ancor oggi sono preziose per una grande capitale. Il vero errore è stato non programmare l'utilizzo post-olimpico di molti impianti. Su questo tema, non abbiamo fatto un buon lavoro», ammette Capralos.

L'abbraccio di Londra - Intanto, sotto il sole e la prima canicola estiva di Olimpia, la Grecia incassa la solidarietà e l'abraccio di Londra. «Alla Grecia va il nostro grazie pr essere stata la culla e la patria dei giochi Olimpici e dell'intero movimento olimpico - ci spiega un accaldato Sebastian Coe, presidente del Comitato Organizzato di Londra 2012, sfuggendo alla calura all'ombra di un uliveto -. Oggi, qui a Olimpia, inizia un percorso che porterà questo sacro fuoco ad ardere nel braciere di Londra, e a unire due nazioni, due popoli, e poi il mondo intero. Da Olimpia partono quei valori che ispirano la sfida di Londra, e che devono essere guida per le giovani generazioni».

Contrattempo - Poi è stata la festa, per migliaia di persone accorse sulle tribune in erba dello stadio di Olimpia. Con un contrattempo che ha fatto trattenere a tutti il fiato, quando per pochi istanti il fuoco acceso nel Tempio di Hera s'è spento, prima di far brillare la fiaccola. Che almeno gli dèi dell'Olimpo non siano ostili, nei giorni in cui si decide il futuro della Grecia e dell'Europa.

La Grecia che verrà - L'ultima cartolina ce la spedisce Charis Oikonomopoulos. Avvocato, poco più che quarantenne, dal suo studio ha un'impagabile vista sull'Acropoli e il Pireo. Ma il suo sguardo e la sua visione arrivano molto più lontano. Oikonomopoulos, in collaborazione con la camera di commercio greco – britannica sta realizzando la "casa degli Ellenici", il padiglione che a Piccadilly ospiterà la Grecia, la sua cultura, la sua storia, il suo futuro, durante Londra 2012. «Ma non sarà solo il luogo delle feste e delle degustazioni», ammonisce. «Vogliamo presentare la Grecia dei giovani, quella che il 6 maggio ha detto no a clientelismo, corruzione, a un sistema politico logoro e paralizzato». Iniziativa tutta privata: «Fondi pubblici non ne abbiamo, ma abbiamo messo insieme aziende e partnership . A Pechino 2008 , per realizzare una sorta di "casa Grecia" spendemmo quasi 8 milioni di euro. Qui ce la faremo con poco più di 600mila». Idee e numeri che indicano la nuova strada da seguire.

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