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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2012 alle ore 10:20.

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Il 10 maggio di 25 anni fa, pareggiando con la Fiorentina in un San Paolo gremito all'inverosimile e tappezzato di bandiere tricolori, il Napoli vinceva, a 60 anni dalla fondazione del club, il suo primo scudetto.
È già trascorso un quarto di secolo.

La squadra - costruita pazientemente dal presidente Ferlaino, da Italo Allodi e Pierpaolo Marino e affidata alle cure del tecnico Ottavio Bianchi - e i calciatori che trionfarono nella stagione 1986/87 fanno ormai parte della storia cittadina, non solo di quella sportiva. Giordano, Bagni, Romano, De Napoli, Garella, Ferrario, Renica, Carnevale, la "cantera" napoletana, dal mitico Beppe Bruscolotti, Pale ‘e fierro, al giovanissimo Ciro Ferrara, passando per Caffarelli e Volpecina, e tutti gli altri che, quell'anno, contribuirono a vincere il titolo di Campioni d'Italia e la Coppa nazionale (con l'imbattibile record di 13 successi in 13 partite, alla faccia della scaramanzia), ebbero infatti il merito di riscattare, attraverso quei successi, un'intera città, martoriata dalle sue ataviche ferite e piegata dal terremoto del 1980, le cui cicatrici erano ben lontane dal risanarsi (e lo sarebbero state, purtroppo, per molto tempo ancora).

Lo scudetto fu conquistato al temine di un campionato – all'epoca, sì, il più bello del mondo – combattutissimo, superando rivali caparbie (la Juventus di Michel Platini, il primo Milan dell'era Berlusconi, la Roma del presidente Viola, l'Inter di Trapattoni), e tanti, infiniti, inconvenienti. Quelli causati dal "contesto", come si dice in questi casi, (dalle minacce della camorra alle carenze organizzative), e quelli "collaterali", legati alle vicissitudini personali dell'uomo simbolo: Diego Armando Maradona.

Il fuoriclasse argentino, acquistato tre anni prima dal Barcellona, spesso vittima delle sue "inquietudini" e del suo invadente entourage, seppe tuttavia guidare in campo i suoi compagni verso quel traguardo sognato e sempre sfuggito. Almeno fino a quell'indimenticabile pomeriggio di maggio, quando dai vicoli della città divampò una festa collettiva, tanto spontanea quanto inarrestabile, che coinvolse tutti e tutto per oltre una settimana, restituendo l'orgoglio a un popolo di tifosi entusiasti e rendendo quello scudetto un evento popolare (forse) irripetibile.

(La storia dello scudetto partenopeo è raccontata in un libro a firma di Marco Bellinazzo e Gigi Garanzini, intitolato Il Napoli di Maradona, Mondadori, 301 pagg., costo 12 euro. I due autori ricostruiscono mese per mese, tra memoria e cronaca, quello storico evento sportivo intervistando i protagonisti di allora, ndr).

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