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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2012 alle ore 13:56.

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Folla di curiosi ma niente colpo di scena (per ora) al termine del sopralluogo che stamani all'interno della Basilica di S. Apollinare, nei pressi di Piazza Navona, a Roma, puntava a verificare se nella chiesa fosse seppellita Manuela Orlandi, la quindicenne cittadina del Vaticano scomparsa in circostanze misteriose nel 1983. Nella bara del boss Enrico De Pedis, detto Renatino, il cui nome è stato messo in relazione con quello della ragazza, fanno sapere fonti qualificate, «c'è il corpo di un uomo» corrispondente a quello del componente della banda della Magliana tumulata nella basilica nel 2000. All'interno della bara è stata trovata anche una cassetta con altri resti unmani che potrebbero non appartenere al boss, la cui salma risulta invece ben conservata. I resti ossei saranno esaminati dalla Scientifica

Delusione quindi per la folla di curiosi e giornalisti che ha accompagnato dall'esterno della basilica le operazioni di riapertura della tomba e la successiva ispezione dei resti del boss. L'atto istruttorio condotto questa mattina da inquirenti e tecnici si è svolto in accordo tra Vaticano e Procura nell'ambito dell'inchiesta del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e del sostituto Simona Maisto sulla scomparsa di Manuela.

«È stata presa una decisione importante e forse stavolta è stato deciso di fare chiarezza aveva spiegato alla stampa Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, poco prima di entrare nella basilica per assistere all'operazione - «Già in passata troppe iniziative si sono fermate a metà. Questo è l'inizio di una collaborazione tra Vaticano e magistratura, mi auguro nella massima trasparenza».

All'ispezione all'interno della cripta hanno assistito anche il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, e il capo della Squadra Mobile di Roma, Vittorio Rizzi. La verifica si inscrive in «un'attività investigativa finalizzata «alla ricerca dei resti di Emanuela Orlandi», ha spiegato il procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, in una nota relativa alle ultime indagini che proseguiranno con «l'analisi del materiale contenuto nell'ossario presente nella cripta della Basilica». Al momento la chiesa è off limits, protetta dalle forze dell' ordine.

Nel primo pomeriggio all'interno della bara di De Pedis è stata trovata una cassetta con altri resti che potrebbero non appartenere al boss, la cui salma era invece ben conservata. Lo si apprende da fonti qualificate. I resti ossei saranno esaminati dalla polizia scientifica.

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