Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2012 alle ore 15:50.

My24
Nella foto una scena del film "I segreti di Brokeback Mountain" diretto da Ang Lee, che racconta la drammatica passione amorosa tra due uomini, due cowboy del Wyoming (AFP Photo)Nella foto una scena del film "I segreti di Brokeback Mountain" diretto da Ang Lee, che racconta la drammatica passione amorosa tra due uomini, due cowboy del Wyoming (AFP Photo)

È giusto fare «coming out», dichiarando al mondo la propria omosessualità? Per tre italiani su dieci, è ancora preferibile il silenzio. Meglio «non rivelarsi», meglio non lasciar trapelare ciò che ancora potrebbe suscitare scandalo, discriminazione, o addirittura ritorsioni e violenze di ogni tipo, morali e fisiche.

È forse questo uno dei dati più «rivelatori» delle tendenze sessuali di casa nostra, che emerge dal rapporto Istat presentato oggi alla Camera. Tantopiù se si considera che quasi due italiani su dieci non vorrebbero un omosessuale come vicino di casa, mentre altrettanti non gradiscono avere amici gay. Ma soprattutto, che più della metà degli italiani (ben il 56%!) consiglia «maggiore discrezione» agli omosessuali, perché così sarebbero accettati di più.

Gli States e le dichiarazioni di Obama sono ancora distanti anni luce, a quanto pare, anche se l'indagine dell'Istat - presentata oggi, nella Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia - fotografa nuove aperture nel senso comune al riconoscimento delle coppie di fatto: ben più della metà degli italiani infatti è d'accordo sul riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto.

Ne conviene il presidente della Camera, Granfranco Fini, prendendo la parola al convegno «La popolazione omosessuale nella società italiana», organizzato a Montecitorio per presentare il report Istat: «Il percorso per il superamento di timori e pregiudizi è stato avviato da tempo anche in Italia - ha infatti dichiarato Fini - ma, ciò nonostante, il nostro è un cammino ancora lungo e difficile».

«Questi dati Istat danno la sveglia alla politica», è invece ilcommento di Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center: adesso non resta che sondare il favore degli italiani per un partito gay, conclude il portavoce, «visto che i partiti oggi in Parlamento non sanno rispondere a queste istanze».

Ed anche il presidente di Equality Italia invita ad andare avanti sulla strada della politica. «Speriamo ora che la politica legga bene i dati e finalmente approvi le leggi necessarie», dice Aurelio Mancuso, secondo il quale «la ricerca dell'istat presentata oggi alla Camera evidenzia un dato centrale: la società italiana (62,8%) è d'accordo che una coppia di gay che convive possa avere per legge gli stessi diritti di una coppia sposata».

Una posizione condivisa dalla deputata Pd, Paola Concia: per lei quel documento dell'Istat è «un megafono che non sarà possibile non ascoltare, è un documento che ci dice che il paese, soprattutto nelle sue fasce più sensibili, donne e giovani, è cresciuto ed è pronto».

Invece Mercedes Bresso, presidente del Comitato delle regioni Ue e consigliere regionale del Piemonte, sottolinea come «in paesi come il nostro, il riconoscimento dei diritti civili, sia ancora indietro rispetto a molti paesi europei». In Europa, ricorda Bresso, «le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono previste nei Paesi Bassi, apripista nel 2001, Belgio, Spagna, Svezia e Portogallo, Danimarca, Francia, Germania, Lussemburgo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovenia, Ungheria, Austria e Irlanda». Purtroppo, rimarca Mercedes Bresso, «In Italia esiste un blocco trasversale che condanna il paese all'arretratezza sui diritti di gay, lesbiche e transgender». «Dove possono spingersi Obama e Hollande, in Italia la classe politica preferisce mantenere lo sguardo rivolto al passato; intanto le nuove famiglie vivono prive di tutele e diritti».

È innanzitutto «una questione di cultura», commenta il sindacato universitario «Ricomincio dagli studenti» che in collaborazione con Arcigay roma, ha promosso per oggi una campagna anche all'interno delle università.

«Siamo convinti che l'educazione sia lo strumento migliore per combattere l'intolleranza, la violenza e la paura» sottolinea il presidente di Arcigay Roma, Roberto Stocco. Spesso a compiere atti di omofobia e di bullismo sono proprio i più giovani e per questo è tanto più urgente partire proprio dalle scuole e dall'università».

Intanto, però, sul fronte opposto il sito del Forum delle associazioni famigliari ha aperto un blog per raccogliere «le molte voci di protesta» sull'intervento che il ministro Fornero ha fatto su questi temi («Ci sono coabitazioni di persone dello stesso sesso che chiedono di essere riconosciute come famiglie. Lo so e non lo posso dimenticare: io sono ministro anche delle Pari opportunità», aveva detto nei giorni scorsi).

E alla luce di queste proteste, la distanza dalle dichiarazioni di Obama sulle coppie gay sembra ancora più siderale. Eppure, secondo il rapporto dell'istat, oggi tre milioni di italiani dichiara di aver sperimentato nella propria vita l'innamoramento o i rapporti sessuali o l'attrazione sessuale per persone dello stesso sesso. E per il 65,8% degli italiani, «si può amare una persona dell'altro sesso oppure una dello stesso sesso: l'importante è amare».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi