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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2012 alle ore 15:05.

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Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica a Reggio Calabria - ImagoeconomicaNicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica a Reggio Calabria - Imagoeconomica

«Le mafie cercano consenso e questo attentato va assolutamente in senso opposto. La mafia che conosco io e che mi hanno aiutato a conoscere in profondità non fa esplodere bombe in una scuola": non usa mezzi termini Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica a Reggio Calabria, che oggi a Reggio Emilia si è trovato di fronte ad una platea di studenti e studentesse per parlare di mafia e legalità.

«È troppo presto per parlare – dice Gratteri – e non è possibile legare allo stato delle cose questo vile gesto ad una mano di sicura matrice mafiosa. Questo attentato stride con la tradizione delle mafie, di qualunque regione, che non attaccano mai direttamente le persone, la gente comune, della quale cerca spesso invece l'applauso, il consenso, l'abbraccio, In questo caso, poi, una scuola, appare inverosimile».

Ignazio De Francisci, procuratore aggiunto a Palermo, che per anni ha fatto parte del pool antimafia di Antonino Caponnetto e Giovanni Falcone, si trova a parlare accanto a Gratteri. «È un attentato – dice – che esce fuori dagli schemi. Non credo che bisogni affrettare i giudizi». Cade, a sentire De Francisci, anche la suggestione della pista che condurrebbe alla figlia del boss di Cosa Nostra, Totò Riina, che da qualche tempo risiede in provincia di Brindisi. «È legata, verosimilmente per conoscenze fatte nell'ambito di circuiti carcerari – dice il pm – a persone che gravitano intorno alla criminalità comune brindisina. Anche solo ipotizzare che questo attentato sia un messaggio al padre è al momento fuori luogo».

Anche per Antonio Nicaso, studioso delle mafie internazionali, è prematuro attribuire le morti alle mani delle mafie. «Oltretutto – spiega – quella pugliese, in particolare quella brindisina e del Salento, è stata decimata nell'area militare con una serie di operazioni a catena. Per fare un attentato del genere ci vogliono mezzi e uomini».

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