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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2012 alle ore 13:17.

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La Banca centrale greca ha negato di progettare limiti per i ritiri e i trasferimenti di denaro all'estero. L'istituto centrale greco, si legge in una nota, «nega categoricamente questo progetto» che è stato rivelato oggi da un giornale greco.

La notizia smentita dalla Banca centrale si inquadra in un momento di estrema tensione finanziaria dopo i ritiri di fondi dai conti correnti, 1,2 miliardi di euro in tre giorni e le gravi perdite subite dalle banche greche dopo il concambio dei bond sui 200 miliardi e l'aumento dei bad loans, i crediti inesigibili in seguito alla crisi che dura da cinque anni.

Lo scenario

Le banche greche sono al collasso. A fine 2011 - i dati ufficiali verranno resi noti a fine maggio - si conosceranno ufficialmente le perdite complessive del sistema creditizio, stimate in 41,180 miliardi e causate soprattutto dalle perdite per l'adesione allo swap sui bond greci, che da sole pesano per 37,240 miliardi di euro. A queste perdite si devono aggiungere altri 27,200 miliardi di fondi per ricapitalizzare il patrimonio. Insomma, una situazione che necessita di far affluire in tempi stretti i 23 miliardi che la Ue ha già messo a disposizione delle autorità greche su 48 totali per il credito, previsti dal secondo piano di aiuti da 130 miliardi.

Il salvataggio

Vediamo come sta funzionando il salvataggio delle banche greche, chiamate anche a fronteggiare la fuga di capitali, che in due anni ha visto uscire 70 miliardi di euro dai depositi dei conti correnti greci, nonché l'aumento dei prestiti inesigibili a causa del quinto anno di recessione.

La Bce ha detto mercoledì che interromperà i prestiti diretti ad alcune banche greche fino a quando non sarà attuata una ricapitalizzazione. Il finanziamento a questo punto dovrà avvenire direttamente attraverso l'Emergency Liquidity Assistance (Ela), della Banca centrale greca.

Secondo l'Istituto centrale di Francoforte, una volta attuata la ricapitalizzazione, che «ci aspettiamo avvenga rapidamente», le banche torneranno ad avere accesso alle operazioni di rifinanziamento standard dell'Eurosistema.

E giovedì, mentre giurava il nuovo governo Pikrammenos che dovrà condurre il paese al voto e l'Fmi sospendeva i contatti con Atene fino a dopo le elezioni, Panayotis Thomopoulos, il capo del Hellenic Financial Stability Facility (Hfsf) ha detto che 18 miliardi di euro saranno destinati entro mercoledì della prossima settimana ad aumentare il capitale delle quattro principali banche greche: la Banca Nazionale, Alpha, Eurobank Efg, e Piraeus. Questo permetterà di usare parte dei 23 miliardi di fondi messi a disposizione dal 15 aprile dall'European Financial Stability Facility (Efsf). Quando questi fondi in bond saranno arrivati in porto le banche greche potranno di nuovo attingere liquidità dall'Eurosystem.

Il ritiro dei depositi

«Il ritiro dai depositi non è al momento preoccupante», dice Michael Massourakis, capo economista di Alpha Bank. «Solo se dovesse accelerare allora dovrebbe intervenire la Banca centrale che è pronta a fornire liquidità senza limiti. Il problema è che dall'inizio della crisi - spiega Massourakis - abbiamo perso 72 miliardi di euro dai depositi e ora ne abbiamo nell'intero sistema per 165 miliardi».

Ciò che preoccupa di più è l'aumento dei non performing loans, cioè i crediti inesigibili, a causa della crisi. «I non performing loans - continua Massourakis - sono raddoppiati passando dal 7,7% del 2009 al 16% del 2011, mentre la domanda di prestiti è in calo».

Secondo uno studio Mediobanca securities i rapporti prestiti/depositi di Pireaus sono al 162%, Alpha al 153%, Eurobank 148% mentre dovrebbe essere al 100%, cioè prestiti uguali ai depositi.

Un altro segnale di allarme sono le perdite per 28 miliardi di euro per le quattro prime banche del paese causate dalla partecipazione forzata al piano di swap dei creditori privati (PSI). Secondo fonti greche il totale delle perdite del PSI per l'intero sistema a fine 2011 sarebbe pari a 37,240 miliardi di euro. Non solo. I risultati del 2011 sempre per l'intero sistema creditizio greco che verranno resi noti ufficialmente al 31 maggio dovrebbero raggiungere i 41,180 miliardi di euro di perdite.

Ma a rendere ancora più complicata la situazione sono le stime per la ricapitalizzazione che dovrebbero arrivare a 27,200 miliardi di euro, sempre per tutte le banche elleniche, per raggiungere i requisiti di Basilea 2, cioè un ratio di capitale pari al 9%.

Infine c'è l'incognita dello stress test fatto dalla società di consulenza americana BlackRock, dei capitali necessari a superare l'esame di solidità, i cui risultati sono tenuti segreti nei cassetti del ministro delle Finanze, ma si parla della necessità di altri 10 miliardi di euro. Alla fine dunque, come sollecita l'Fmi, servirà l'aiuto dei privati, in una fase però di difficoltà economica visto che il paese registra il quinto anno di recessione consecutivo. Che fare per incentivare i privati? Si sta pensando a dei warrant, cioè diritti che il nuovo governo che uscirà dalle urne dovrebbe varare per favorire l'ingresso di capitali freschi.

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