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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2012 alle ore 17:59.

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Questa notte, il primo bollettino che ha permesso di valutare con precisione il terremoto registrato al confine tra le province di Modena, Ferrara, Rovigo e Mantova è arrivato dall'Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia. Al presidente, professor Stefano Gresta, chiediamo di fare il punto sul sisma e sulle caratteristiche dell'area colpita.

Che cosa ci possiamo aspettare?
I terremoti che stiamo registrando nelle ultime ore si stanno procedendo su una direttrice est-ovest, su un fronte 40 km tra le province di Modena e Ferrara. Da questa notte alle 14.00 di oggi, i nostri strumenti hanno rilevato circa 80 repliche, di cui 6 di magnitudo superiore a 4 e 24 di magnitudo tra 3 e 4. Uno sciame sismico che dovrebbe proseguire nei prossimi giorni ed ore.

Come interpretare il secondo episodio registrato alle 15.20 di ieri?
L'evento principale alle 4.02 di ieri notte ha registrato una magnitudo di 5,9 della scala Richter, la replica quello di questo pomeriggio si è fermata a 5,1 con epicentro a circa 10 km a est di Ferrara. È un valore importante, considerata la zona. Nelle prossime ore le scosse dovrebbero attenuarsi, ma non possiamo escludere valori simili.

La zona interessata rientra tra quelle a rischio terremoto?
I geologi conoscono bene la zona, dal punto di vista geologico. Questa notte abbiamo avuto la conferma che quella interessata è una zona tettonicamente attiva, e che il rischio terremoto non si è esaurito con gli eventi registrati nei secoli scorsi, come ad esempio il sisma che ha colpito Ferrara nel 1570. Certo, un valore di circa 6 della scala Richter è comunque un evento assolutamente raro in questa zona, che è considerata un'area a pericolosità medio-bassa: di solito, è sempre stata interessata il settore settentrionale dell'Appennino.

La Pianura padana non è zona sicura?
Non esiste nessuna zona in Italia che si possa dire assolutamente esente da terremoti, tranne forse la Sardegna, anche se di solito fenomeni sismici in passato hanno sempre interessato l'area più a sud, più a ridosso della catena appenninica. Soprattutto, non è frequente registrare un terremoto ad una profondità di 6-7 kilometri, come avvenuto in questo caso; di solito, si è è sempre trattato di eventi più profondi e quindi più difficili da avvertire.

Quanto durerà?
È molto difficile fare previsioni, come sempre in caso di terremoti. Diciamo che di solito la sequenza classica si protrae per qualche settimana con episodi che si attenuano nel tempo.

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