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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2012 alle ore 08:28.

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Era il solito Napoli, non era la solita Juve. Ecco perchè la Coppa Italia l'ha vinta il Napoli grazie a un doppio errore di Bonucci e Storari, che ha causato il rigore timbrato da Cavani, e a un superbo contropiede gestito da Pandev e firmato da quel gran giocatore che è Hamsik. Ma al di là dell'esito, che non fa una grinza, e della legittima esultanza di un Napoli capace di infliggere alla Juve la prima sconfitta di stagione, io credo che questa partita meriti di essere ricordata per l'oltraggio inflitto a un grande giocatore di nome Alessandro Del Piero.

Era la sua ultima partita di una gloriosa carriera in bianconero, come da annuncio in tempi (non?) sospetti del giovane Agnelli. Perchè fargliela finire prima del tempo? Perchè interrompere anche l'ultima possibilità di un'emozione? Perchè fuori lui che rappresenta la storia della Juventus e non un Borriello qualunque che nulla di più aveva combinato sino a lì? Il dio degli stadi ha guardato in giù. E ha deciso che quella mancanza di rispetto alla carriera di un campione andava punito.

Lo stesso dio degli stadi che la sera prima aveva deciso non tanto di premiare il Chelsea, che calcisticamente non lo meritava, quanto di punire il Bayern per aver sprecato il fattore campo, la superiorità di organico, occasioni in serie e il rigore di Robben. Con tutto il rispetto che merita il lavoro di rigenerazione compiuto da Di Matteo, la coppa dei Campioni al Chelsea è un incidente di percorso del più affascinante dei tornei di club. Qualcuno ha avuto il pessimo gusto di ricollegare il successo del Chelsea a quelli del Milan di Rocco, nel segno del calcio all'italiana. Giusto ieri abbiamo festeggiato a Trieste il centenario della nascita del Paròn, rivedendo, tra l'altro, i filmati delle due vittoriose finali del Milan contro il Benfica del '63 e l'Ajax del '69. Bruno e Tito Rocco, figli di Nereo, non escludono querele.

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