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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2012 alle ore 14:43.

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Sydney (Corbis)Sydney (Corbis)

Un paese appena sufficiente. L'Italia vista dai suoi abitanti è sintetizzata in un voto (6,1) attribuito alla soddisfazione della propria vita. Quella life satisfaction che ci vede più in basso rispetto alla media dei paesi Ocse. L'Organizzazione ha elaborato di nuovo il Better Life Index, missaggio di statistiche e sondaggi che vogliono raccontare i paesi oltre i freddi numeri del Pil.

Sono undici i parametri, dall'istruzione all'ambiente, dal reddito all'occupazione, dalla sicurezza alla salute, all'equilibrio lavoro-famiglia. E restituiscono questa fotografia: 22° posto su 36 paesi, in una classifica guidata dall'Australia, davanti a Norvegia, Usa e Svezia, e chiusa da Turchia e Messico.

Il primo posto dell'Australia, in particolare, è frutto di una robusta performance economica, contrapposta al disordine europeo e all'anemica crescita statunitense. La forte domanda di minerali ferrosi e le esportazioni di carbone hanno portato ad Aprile il tasso di disoccupazione al 4,9% (l'Eurozona è al 10,9%, gli Usa all'8,1%); e il 72% della popolazione in età lavorativa è occupata, contro il 66% Ocse. Il governo conta l'anno prossimo di tornare a un surplus nel budget, e prevede un debito netto appena sotto il 10% del Pil. Certo, resistono alcune prudenze da parte dei consumatori australiani, che però per il 71% professano fiducia nelle istituzioni (mentre la media Ocse è del 56%). E i benefici del boom si sentono, eccome: i salari sono elevati, e la promessa di alti standard di vita sta attirando migranti da tutto il mondo.

Diciamo: l'Italia è vicina alla media in diversi criteri dell'indice. Ma soffre in alcune materie, come lavoro, livello di educazione, impegno civile e, appunto, soddisfazione dell'esistenza. Più che il reddito medio, può il divario ricchi-poveri. Più che il tasso di occupazione, può la differenza uomini-donne. In media si guadagnano 23.917 dollari l'anno, contro livelli Ocse di 22.387 dollari: e siamo quindi all'undicesimo posto. Addirittura al nono, se guardiamo la ricchezza delle famiglie. Ma c'è un considerevole gap, dice il report: il 20% della popolazione più ricca guadagna cinque volte più (48.972 dollari) del 20% più povero (8.714).

E anche se il lavoro ce l'ha il 57% dei cittadini tra 15 e 64 anni (dato già inferiore alla media del 64%: 23° posto), i numeri sono sbilanciati: perché a fronte del 68% degli uomini, solo il 46% delle donne ha un'occupazione (retribuita). Per loro resta difficile conciliare lavoro e vita familiare. Mentre gli uomini dedicano 103 minuti al giorno per la cura della casa o la cucina, le donne arrivano a 326 minuti: una delle differenze più alte nei paesi industrializzati.

Per trovare un lavoro, d'altra parte, è importante una buona istruzione. Ma qui arrivano le note dolenti: il 54% degli adulti tra 25 e 64 anni ha un diploma di scuola superiore, rispetto a una media Ocse del 74 per cento. La percentuale è del 70% tra i 25 e i 34 anni d'età, sotto una media dell'81 per cento. Abbiamo basse performance in matematica e scienze: e le donne superano gli uomini di 11 punti.

Nella salute, l'Italia è all'11° posto per longevità (82 anni: 2 in più della media), e la spesa è pari al 9,5% del Pil, pari a 2.870 dollari a persona (3.060, la media). E se il tasso medio di obesità è in totale relativamente basso, risulta molto alto invece tra i bambini: uno su tre è sovrappeso.
Facciamo poca "community". Spendiamo solo 2 minuti al giorno in attività di volontariato (la media è invece di 4) e un misero 34% dichiara di aver aiutato uno sconosciuto nell'ultimo anno. Il 91% è fiducioso di conoscere qualcuno a cui possa affidarsi in caso di bisogno, mentre c'è un 8% che passa raramente (o mai) del tempo con amici.

Per l'ambiente possiamo fare di più: il 33% degli italiani ritiene di non aver accesso a spazi verdi, contro il 12% Ocse; l'aria è più inquinata della media (23 microgrammi di PM10 per metro cubo, contro i 22 Ocse) e la soddisfazione per la qualità dell'acqua tocca l'80% ma è inferiore all'84% della media.

Passando al capitolo sicurezza, il paese vede un basso tasso di omicidi, rispetto alla media Ocse (1% contro 2,1%). Ma solo il 58% degli italiani si sente davvero sicuro camminando da solo di notte. La percezione, in alcuni casi, è quasi tutto. Così, se da 0 a 10, la soddisfazione di vita generale si ferma a 6,1 (contro il 6,7 Ocse), gli italiani si dicono però felici come nella media, anzi un punto su: il 73% dichiara di avere in media più esperienze positive che negative. Sarà una consolazione?

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