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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2012 alle ore 06:38.

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ROMA
Il centrosinistra si aggiudica 14 capoluoghi su 26, il Pdl 6, la Lega 1. Ma l'evento simbolo della tornata elettorale di ballottaggio è la vittoria del Movimento 5 Stelle a Parma. E il personaggio del giorno è quel Federico Pizzarotti che in soli 15 giorni è riuscito a trasformare il successo del primo turno (in cui aveva ottenuto il 19,4% dei voti) in una vittoria schiacciante sul candidato del Pd, raccogliendo il 60,2 per cento.
Confermati invece i trend del primo turno a Genova e Palermo, dove si affermano rispettivamente Marco Doria del centrosinistra con il 59,7% e Leoluca Orlando (Idv) con il 72,4 per cento. Quest'ultimo ha sconfitto il candidato del Pd Fabrizio Ferrandelli e si accinge a governare il capoluogo siciliano per la quarta volta.
Il vento anticasta spira a gonfie vele ma il centrosinistra riesce, nonostante tutto, a guadagnare posizioni. E, nei 26 capoluoghi, strappa nove amministrazioni al centrodestra: Rieti, Como, Monza, Isernia, Alessandria, Asti, Brindisi, Taranto e Lucca. Pd e alleati confermano inoltre i sindaci di Genova, L'Aquila, Taranto, Pistoia, La Spezia e Piacenza. Il centrodestra prende il posto del centrosinistra in una sola città (Frosinone) e rimane in sella in altre 5: Trani, Gorizia, Lecce, Trapani e Catanzaro. Due sindaci di capoluogo, inoltre, battono bandiera Udc: ad Agrigento, città del segretario Pdl Angelino Alfano, si conferma sindaco il centrista Zambuto e a Cuneo si impone Borgna che strappa la piazza al centrosinistra.
Inarrestabile la debacle della Lega che si ferma alla vittoria di Flavio Tosi a Verona al primo turno. Per il resto solo sconfitte. Dopo il primo turno, i ballottaggi si chiudono con un sette a zero: i pochi comuni in cui il partito era riuscito a guadagnare il turno di ballottaggio sono stati persi tutti.
Allargando lo sguardo ai 168 comuni sopra i 15mila abitanti emerge con nettezza l'affermazione del centrosinistra che porta a casa 93 sindaci (oltre il 55% del totale), mentre il centrodestra si ferma a 34 (il 20%). Nove amministrazioni vanno al centro, tre alla Lega, tre al Terzo Polo, una all'Idv, tre al Movimento 5 stelle, 15 a liste civiche e 7 ad "altri". I rapporti di forza tra i due maggiori blocchi emergono con ancora più nettezza se si aggiunge che, nei comuni al voto, il centrosinistra governava in 55 città e ora governa in 93 mentre il centrodestra guidava 98 comuni e da ieri è sceso a 34.
La coalizione di centrosinistra esce a pezzi dalla sfida simbolica di Parma che, dopo 14 anni di amministrazioni di centrodestra, l'ultima delle quali travolta da scandali e inchieste, viene consegnata a Grillo. Ma Bersani e i suoi alleati possono festeggiare una vittoria storica a Lucca, città che dal 1946 è stata governata dalla Dc prima e dal centrodestra poi (se si eccettua una breve parentesi Pds-Ppi). Tra i risultati che più inorgogliscono il Pd i 17 comuni (su 20) vinti in Lombardia, tra cui piazze storiche del centrodestra come Como e Monza.
Quanto al Movimento 5 Stelle, esce dal turno elettorale con quattro sindaci all'attivo: oltre al trionfo di Federico Pizzarotti a Parma, Roberto Castiglion si è imposto a Sarego (Vicenza) al primo turno, Marco Fabbri ha vinto a Comacchio (Ferrara), Alvise Maniero a Mira (Venezia).
Le amministrative 2012 passano alla storia inoltre per il record negativo di affluenza alle urne: il 51,4 per cento. Una media che nasconde punte di partecipazione inferiori al 40 per cento. A preoccupare soprattutto alcuni importanti capoluoghi: a Genova hanno votato 39 elettori su 100, a Palermo 39,7, a Trapani 39,8 e a Belluno 35,4. Tra i grandi comuni campioni di astensionismo anche Sesto San Giovanni: la cosiddetta "Stalingrado d'Italia", governata ininterrottamente dal centrosinistra dal secondo dopoguerra in poi, scossa dall'inchiesta su un presunto giro di tangenti, si riaffida alla stessa alleanza politica ma porta al voto solo il 39% dell'elettorato.
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