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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2012 alle ore 15:59.

Lo sapevano tutti. Si attendeva solo che arrivasse il completamento dello scrutinio dei ballottaggi. L'implosione era nell'aria già quindici giorni fa. Anche i tentativi di Silvio Berlusconi, quel lasciar balenare l'idea di un predellino bis, per prendere tempo e evitare o quantomeno rinviare il tutto contro tutti , si sono rivelati effimeri. La resa dei conti è arrivata e il Cavaliere non sa come arginarla.
Il premier
L'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a chi gli chiede se resterà in campo come leader politico anche in futuro risponde: «Me lo chiedo anche io». Il progetto politico che il leader del Pdl vuole condurre adesso è «costruire in Italia il Partito popolare europeo», spiega arrivando al vertice del Ppe a Bruxelles.
Alfano: il ruolo di segretario è una prigione
Angelino Alfano è sempre più solo. Il ruolo di segretario è ormai una prigione e i dibattiti sulla sua eventuale candidatura alla premiership nel 2013 sembrano ormai del tutto anacronistici. Il problema non è più chi sarà a guidare, ma che cosa ci sarà da guidare. Le dimissioni presentate (e respinte) da Sandro Bondi, ancora coordinatore nazionale del Pdl assieme a Denis Verdini e Ignazio La Russa, sono la crepa dalla quale si intravede il terremoto che sta dilaniando quello che fino a un anno fa era il primo partito italiano. Le monadi del Pdl, ieri tenute assieme dal carisma dalla forza e dal potere di Berlusconi, adesso si muovo ormai in modo autonomo.
I fan di Grillo
C'è chi punta sul vento della protesta che ha portato i grillini alla vittoria. Ex An come Giorgia Meloni, Altero Matteoli ma anche il vicecapogruppo dei deputati Massimo Corsaro puntano esplicitamente a mollare il governo. È un gruppo che trova sempre più adepti, che ha tra i simpatizzanti anche alcuni ex ministri forzisti come Renato Brunetta e che incontra la sensibilità di uomini di "peso" come Denis Verdini, Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa.
I responsabili
Ci sono poi invece i cosiddetti "responsabili", ovvero quanti ritengono ineludibile il sostegno al governo, anche perchè ritengono indispensabile non farsi schiacciare a destra, abbandonando il centro a Casini e Montezemolo. Di questa pattuglia fanno parte certamente gli ex ministri della corrente Liberamente ovvero Franco Frattini, Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna.
Il cerchio di Alfano
Nel mezzo c'è Alfano, costretto ad assumere a volte il ruolo di falco, altre quello di colomba. Con lui, oltre ai cosiddetti quarantenni come Maurizio Lupi e Raffaele Fitto, ci sono anche moderati come il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto e il numero due del Senato Gaetano Quagliariello. Fanno da corollario gli scajoliani, che chidedono da tempo un cambio di passo che parta dall'azzeramento del vertice del Pdl. Il punto però è che anche anche queste suddivisioni sono forzate. Il tutto contro tutti sta disintegrando anche le correnti.
La guerra si sposta in periferia
Ma soprattutto il vero scontro è tra centro e periferia. La sconfitta pesantissima alle amministrative ha in alcuni casi già azzerato la classe dirigente di questa o quella provincia. Il pericolo adesso è che in Lombardia come in Emilia per non parlare della Sicilia, la tentazione di molti sarà di guardarsi attorno (vedi quanto già avvenuto a Verona con l'emigrazione di una parte del Pdl verso il sindaco Tosi) e di abbandonare Berlusconi e i suoi colonnelli al loro destino.
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