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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2012 alle ore 23:05.

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Le notizie in Vaticano si rincorrono l'una all'altra, e oggi la ribalta è occupata dall'arresto del cameriere del Papa come presunto «corvo» nella vicenda delle fughe di documenti, ma la caduta di Ettore Gotti Tedeschi dalla poltrona di presidente dello Ior conserva tutta la sua dirompenza. Tanto più che lo stesso Gotti Tedeschi, oltre che per asserite gravi carenze nella governance della «banca» vaticana, è stato sfiduciato dal board proprio con l'accusa di aver fatto filtrare all'esterno notizie riservate del Vaticano.

Oggi al vertice dell'Istituto Opere di religione è subentrato, come avviene in questi casi, il vice presidente Ronaldo Hermann Schmitz, 74 anni anni il prossimo 30 ottobre, tedesco nato a Porto Alegre (Brasile), ex ad della Deutsche Bank. Il subentro è stato ratificato dalla Commissione cardinalizia di vigilanza, presieduta dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e composta dagli altri porporati Telesphore Placidus Toppo, Odilo Pedro Scherer, Jean-Louis Tauran, Attilio Nicora.

È l'organo che ha in capo il potere decisionale allo Ior e che ha adottato formalmente la «sfiducia» di Gotti Tedeschi votata ieri all'unanimità dal Consiglio di Sovrintendenza. All'ormai ex presidente è stato addebitato di «non aver svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio». Ma fuori dall'ufficialità, all'ex «banchiere del Papa» è stato anche rimproverato un ruolo nella vicenda Vatileaks.

«Non voglio dire nulla per ora - ha detto stamane Gotti Tedeschi, a poche ore dal suo siluramento - perché sono ancora dibattuto tra l'ansia di spiegare la verità e non voler turbare il Santo Padre con dette spiegazioni». «Il mio amore per il Papa oggi prevale su ogni altro sentimento, persino di difesa della mia reputazione che vilmente viene messa in discussione», ha aggiunto con una coda particolarmente velenosa.

Bisognerà vedere ora quale sarà la scelta che i vertici vaticani faranno sul futuro assetto della presidenza Ior. Se cioè lasceranno Schmitz a capo del Consiglio di Sovrintendenza, cooptando un nuovo membro dall'esterno, oppure se prevarrà la volontà di imprimere una svolta con l'arrivo di un nuovo presidente.

L'uscita di scena di Gotti Tedeschi, economista che peraltro ha potuto vantare sentimenti di forte stima da parte di Benedetto XVI, apre un nuovo periodo di transizione per la «banca» vaticana, in una fase in cui è ancora aperta l'attuazione delle nuove normative anti-riciclaggio, sotto esame da parte del gruppo MoneyVal per l'ammissione o meno della Santa Sede nella «white list» dei Paesi virtuosi.

Una questione su cui si sono innestati attriti all'interno delle mura vaticane, già alimentati da vicende come l'inchiesta giudiziaria che ha interessato lo Ior e poi anche la questione del San Raffaele, dove non è passato il progetto del cardinale Bertone di creare un grande «polo» ospedaliero facente capo al Vaticano.

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