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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2012 alle ore 20:56.
L'ultima modifica è del 25 maggio 2012 alle ore 14:56.

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Papa Benedetto XVI insieme all'aiutante di camera, Paolo Gabriele (Ansa)Papa Benedetto XVI insieme all'aiutante di camera, Paolo Gabriele (Ansa)

È in stato di arresto il «corvo» del Vaticano, l'uomo individuato dalla Gendarmeria come in possesso di documenti riservati. Si tratterebbe di Paolo Gabriele, aiutante di camera di papa Benedetto XVI. Questo è il nome anticipato dal Foglio online e confermato poi dall'Ansa. L'uomo, di cui la Santa Sede non fornisce le generalità, trascorre questa notte, la seconda, in una camera di sicurezza della Gendarmeria vaticana.

Gabriele è stato fermato ieri pomeriggio dagli agenti comandati dall'ispettore generale Domenico Giani, e poi interrogato dal promotore di giustizia, Nicola Picardi, che lo ha dichiarato in arresto, conducendo indagini e interrogatori.

I sospetti sul maggiordomo
A quanto si è appreso, i sospetti sul maggiordomo sono stati raccolti dalla Commissione Cardinalizia che indaga sulle fughe di notizie direttamente nell'appartamento del Papa. E se anche qualcuno ora si domanda in Vaticano se si tratti del «corvo» o di un «capro espiatorio», sembra molto difficile che l'arresto sia stato compiuto con leggerezza trattandosi di un «familiare» del Papa.

Paolo Gabriele, detto «Paoletto» è infatti definito come una persona mite, cordiale, sempre affianco al Papa, sposato con due figli, pochi svaghi, come - durante le vacanze in montagna del Papa - qualche passeggiata nelle località di villeggiatura insieme agli altri membri della «famiglia pontificia»: oltre al medico personale del Pontefice Patrizio Polisca, il segretario personale monsignor Georg Gaenswein, il «secondo segretario» Alfred Xuareb, le quattro «memores domini», laiche consacrate di Cl.

I comunicati ufficiali della Santa Sede
L'attività di indagine avviata dalla Gendarmeria vaticana «ha permesso di individuare una persona in possesso di documenti riservati». Nel tono ufficiale e burocratico dei comunicati stampa papali, la Santa sede fa sapere che le Guardie svizzere hanno messo le mani sul presunto «corvo» - che poi si rivelerà essere Paolo Gabriele, il cameriere personale del Pontefice - ritenuto il responsabile della diffusione nelle ultime settimane di documenti riservati vaticani in parte ripresi nel libro del giornalista Gianluigi Nuzzi Sua Santità.

La "talpa" dei Sacri palazzi - spiega il portavoce vaticano, Federico Lombardi nella nota diffusa oggi - è ora trattenuto in Vaticano in
camera di sicurezza: l'uomo «si trova ora a disposizione della magistratura vaticana per ulteriori approfondimenti».

Fuga di documenti riservati
Nel marzo scorso, ai primi indizi di una fuga incontrollata di documenti riservati vaticani, e dopo una prima, informale indagine della Gendarmeria vaticana il 'sostituto' della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, aveva avviato un'accurata indagine in tutti gli organismi della Santa Sede, affidata, per il profilo penale, al promotore di giustizia del tribunale vaticano, Nicola Picardi e, per quello amministrativo, svolta dalla stessa Segreteria di Stato, mentre una "superiore commissione" era stata incaricata dal Papa di fare luce sull'intera vicenda.

Poche settimane dopo, il 25 aprile, la Santa Sede ha precisato che «a seguito della recente divulgazione in televisione, sui giornali ed in altri mezzi di comunicazione di documenti coperti dal segreto d`ufficio, il Santo Padre ha disposto la costituzione di una Commissione Cardinalizia, per un'indagine autorevole che faccia piena luce su tali episodi».

Dell'arresto dell'aiutante di camera nell'indagine sulle fughe di documenti, Benedetto XVI è «addolorato e colpito». Lo riferisce una fonte vicina al Papa, che sottolinea come «si tratti di vicende dolorose» e come il Pontefice, «consapevole della situazione» mostri «partecipazione» e sia «addolorato e colpito».

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