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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2012 alle ore 14:31.

L'ambasciata Siriana a Parigi. (Afp)L'ambasciata Siriana a Parigi. (Afp)

Oggi il Governo italiano ha espulso l'ambasciatore siriano a Roma. La stessa decisione, in giornata, è stata presa anche da Francia, Germania e Regno Unito come reazione al massacro di Hula, dove sono state uccise almeno 108 persone tra cui 49 bambini.

L'ambasciatore della Repubblica araba siriana a Roma, Khaddour Hasan, è stato convocato oggi alla Farnesina e dichiarato «persona non grata». Lo ha riferito il ministero in una nota. In tal modo, si legge nel comunicato, «il Governo italiano ha inteso ribadire l'indignazione per le efferate violenze contro la popolazione civile ascrivibili alle responsabilità del Governo siriano». Il provvedimento, coordinato con altri partner europei, è stato esteso ad alcuni funzionari dell'ambasciata.

Intanto l'Onu ha reso noti i risultati della sua prima inchiesta sul campo, condotta con l'aiuto dei caschi blu, presenti in Siria come osservatori: "La maggior parte delle vittime sono state uccise con esecuzioni sommarie in due diversi episodi. Sembra che intere famiglie siano state uccise nelle proprie case", ha detto il portavoce Rupert Colville a Ginevra. Nel rapporto si esplicita che molte vittime presentavano ferite d'arma da fuoco ravvicinate e che tra queste ci sono appunto molti bambini.

La missione dell'ex segretario dell'Onu, Kofi Annan, intanto continua. Oggi il diplomatico è a Damasco per colloqui con la leadership siriana tesi a ristabilire un dialogo sul piano di pace in sei punti che la Siria ha detto di voler accettare, senza mai però attuarlo davvero.

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