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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2012 alle ore 17:50.

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«Non vedo perché»: Roberto Formigoni ha risposto così alla conduttrice di "L'aria che tira" su La7 che gli aveva chiesto se fosse pronto a dimettersi se ricevesse un'informazione di garanzia. «Non vedo perché chi avesse un avviso di garanzia dovrebbe dimettersi», ha spiegato poi il governatore. «Ci sono presidenti di Regione e sindaci - ha aggiunto - che hanno più di un avviso di garanzia e giustamente non si dimettono, perché è un atto a tutela dell'indagato per vedere se ha commesso o no un reato».

«C'è una ripetuta violazione del segreto istruttorio e ora c'è anche una violazione del segreto bancario mio e di altre persone. Sono tutti reati gravi, che dovranno essere sanzionati», ha aggiunto Formigoni a proposito delle polemiche sollevate da alcuni organi di stampa per i rapporti (vacanze ai Caraibi e viaggi su yacht) tra il governatore lombardo e l'imprenditore Pierangelo Daccò, arrestato nell'ambito delle inchieste giudiziarie sulla Fondazione Maugeri e sul San Raffaele.

Formigoni ha spiegato: «Non intendo inseguire i particolari inverosimili o del tutto falsi che stanno uscendo, anche perché stanno uscendo illegalmente». A margine del settimo incontro mondiale delle famiglie, Formigoni ha quindi sottolineato: «Quando finalmente anch'io avrò a disposizione queste carte e quindi potrò vedere la versione corretta, allora risponderò».

In ogni caso «ho già dato mandato allo studio legale Stivala di agire giudizialmente a tutela della mia reputazione contro quelle testate giornalistiche, televisive o radiofoniche che con palesi trasfigurazioni del vero, falsità, interpolazioni, hanno inteso minare l'onorabilità mia e del consesso regionale da me presieduto».

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