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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2012 alle ore 07:02.

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Il presidente del Consiglio Mario Monti con il presidente della regione colpita Vasco ErraniIl presidente del Consiglio Mario Monti con il presidente della regione colpita Vasco Errani

ROMA - Una nuova dichiarazione di stato di emergenza. Dopo la convocazione d'urgenza decisa ieri dal premier, Mario Monti, oggi il Consiglio dei ministri adotterà una decisione analoga a quella varata il 22 maggio, dopo le prime tragiche scosse. L'atto della riunione a palazzo Chigi serve a far rientrare nello stato di emergenza le province, come quella di Rovigo, non coinvolte nella prima fase del sisma.

Un provvedimento indispensabile per attivare, di conseguenza, tutte le misure e la gestione d'emergenza della Protezione civile, in realtà già partite. Nel pomeriggio, poi, il Governo definirà il decreto interministeriale per stabilire il rinvio degli obblighi fiscali e contributivi a carico delle popolazioni colpite: una misura già confermata ieri dal presidente della Regione, Vasco Errani.

Nella riunione di Governo, inoltre, sarà avviato - ma, probabilmente, sarà terminato in un Cdm successivo - l'esame del decreto legge che indicherà le misure più corpose da destinare all'Emilia-Romagna. Lo schema di lavoro del Governo in ogni caso prevede, intanto, la definizione dell'area di territorio interessata dal sisma di ieri. Si farà - nell'arco di pochi giorni - un censimento dei comuni colpiti, necessario per definire una stima del fabbisogno finanziario. È molto probabile che a breve arrivi anche un'ordinanza di Protezione civile firmata dal capo del Dipartimento, prefetto Franco Gabrielli, così com'era accaduto a pochi giorni dalla prima dichiarazione dello stato di emergenza.

Tra le varie ipotesi in circolazione per reperire fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto c'è anche quella di un mini-aumento dell'accisa sulla benzina. L'incremento dell'accisa dovrebbe arrivare per decreto e secondo le prime stime si parla di stime pari a 2,5-3 centesimi. L'intervento sulla benzina è già previsto dalla legge di riforma della Protezione civile e da quella sulle semplificazioni fiscali.

Le ultime modifiche stabiliscono prima l'utilizzo dei fondi per la Protezione Civile, poi il ricorso al fondo spese impreviste: per quest'ultimo è previsto un meccanismo "automatico" di riempimento. Le risorse spese sono immediatamente e obbligatoriamente reintegrate con maggiori entrate derivanti dall'accisa dei carburanti, in misura «non superiore a cinque centesimi per litro».

A questo si può aggiungere un ulteriore intervento: al momento della dichiarazione dello stato di emergenza le Regioni hanno facoltà di elevare l'imposta regionale sulla benzina di loro competenza, anche in questo caso fino al massimo di cinque centesimi al litro. Si tratta del terzo passaggio, quello che in realtà si cerca a tutti i costi di evitare.

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