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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2012 alle ore 12:55.

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Giorgio Squinzi (Ansa)Giorgio Squinzi (Ansa)

Agire ora, prima che sia troppo tardi. Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, chiede all'Europa azioni immediate per affrontare la crisi, «la maggiore affrontata dal Continente dalla seconda guerra mondiale». Squinzi parla a Bruxelles, alla conferenza aperta dal presidente Barroso e dal titolo eloquente: «missione crescita».

Centrali industria e manifattura
E la crescita, ricorda Squinzi, così come la creazione di nuovi posti di lavoro, si può ottenere solo dando centralità all'industria e alla manifattura, uniche aree che possono garantire uno sviluppo sostenibile. Le azioni da adottare riguardano per Squinzi gli incentivi all'innovazione, il contenimento dei prezzi dell'energia, il rilancio delle infrastrutture. Ma soprattutto il credito. «La Commissione - spiega Squinzi - deve sostenere il credito per le aziende, in un momento in cui le banche sono spesso reticenti a prestare denaro e a supportare l'economia. Le aziende stanno soffrendo, si battono per sopravvivere e devono essere aiutate».

L'Europa deve essere più integrata
Serve un'Europa integrata - spiega Squinzi – che eviti politiche contradditorie e regolamenti eccessivi, una Banca centrale con maggiori poteri, leggi e procedure più semplici. Gli esiti dell'ultimo summit europeo sono stati deludenti e Confindustria auspica cge il Consiglio di giugno assuma decisioni concrete e ponga gli stimoli agli investimenti e un piano di rilancio come priorità assoluta.

Prima apertura da parte di Barroso sulla Golden Rule
Qualche spiraglio, da Bruxelles in realtà sembra arrivare. L'Europa, spiega il presidente della commissione Ue José Manuel Barroso, non può avere crescita senza disciplina fiscale e di bilancio, ma è vero anche il contrario. E da Barroso arriva una prima cauta apertura sulla Golden Rule, la possibilità di escludere dai deficit alcune tipologie di investimenti. «Valuteremo la qualità della spesa» afferma Barroso, frase che per il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani rappresenta un passo nella direzione giusta per dare maggiore flessibilità nella gestione dei bilanci pubblici.

Il commissario Tajani: servono azioni più rapide
«È necessario – ha spiegato Tajani – che al patto fiscale si affianchi un patto per la crescita. La gravità della crisi impone misure immediate a breve termine alcune di queste per ressere efficaci devono necessariemente essere prese a livello europeo. All'industria europea - ha aggiunto Tajani - non possiamo in questo momento imporre ulteriori sacrifici, soluzioni punitive, che implicano costi eccessivi dove la tutela ambientale diventa un handicap per l'industria, anziché un volano per la competitività non servono. Credo - ha concluso il commissario europeo per l'industria - che andare oltre i target del 20-20-20 al di fuori da un accordo globale sia controproducente. L'Ue non può più permettersi i costi energetici più alti al mondo e i relativi rischi di delocalizzazione che non farebbero che aumentare il problema del clima impoverendo la nostra base industriale».

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