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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2012 alle ore 06:38.

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I velivoli teleguidati Predator e Reaper dell'aeronautica militare italiana verranno presto armati con missili Hellfire e bombe a guida satellitare Jdam. Il via libera della Casa Bianca e il nulla osta del Congresso sono stati rivelati dal Wall Street Journal che sottolinea come Roma si affianchi così a Londra come unico alleato ad aver ricevuto da Washington i cosiddetti “droni” e i relativi armamenti.
L'Italia è stato in realtà il primo acquirente estero dei Predator nel 2001 e ha poi ordinato nel 2006 i più grandi e capaci Reaper per un costo complessivo di 378 milioni di dollari. Velivoli concepiti per la sorveglianza ma anche per l'attacco come dimostra l'intenso impiego con le insegne britanniche e statunitensi in Afghanistan, Yemen, Somalia e Iraq. L'ordine italiano, che quando sarà completato vedrà in servizio presso il 32° Stormo di Amendola (Foggia) 12 velivoli (6 Predator e 6 Reaper) all'epoca non incluse gli armamenti a causa delle riserve espresse da alcuni ambienti politici.
L'aeronautica ha così impiegato i Predator disarmati in compiti di sorveglianza in Iraq, ne schiera dal 2007 tre in Afghanistan e nell'estate scorsa ha effettuato sui cieli della Libia il battesimo operativo dei primi Reaper consegnati dagli statunitensi. Nonostante il silenzio totale sull'argomento da parte della Difesa, l'aeronautica ha ordinato l'anno scorso negli Stati Uniti un numero imprecisato di ordigni destinati ai “droni”. Missili Hellfire (ogni Reaper può imbarcarne fino a 14) e bombe Jdam a guida Gps, queste ultime già prodotte in Italia su licenza Boeing, che costano tra i 30 e i 50 mila euro a esemplare per una commessa del valore di alcuni milioni di euro.
La cessione agli alleati di questi velivoli e dei loro armamenti, ritenuti assetti strategici e impiegati anche per colpire molti esponenti di al-Qaida, ha aperto il dibattito al Congresso di Washington dove non mancano le posizioni contrarie alla condivisione di tecnologie così sofisticate. Come la democratica californiana Dianne Feinstein, a capo della Commissione intelligence del Senato, per la quale la capacità di impiegare velivoli teleguidati armati dovrebbe restare un'esclusiva statunitense. La fornitura italiana non dovrebbe però incontrare ostacoli poiché il 27 maggio è scaduto il tempo che la Casa Bianca garantisce al Congresso per discutere ed eventualmente bloccare le commesse militari all'estero anche se restano due settimane per un veto congiunto di Camera e Senato che tutti ritengono improbabile. Le fonti citate dal WSJ sostengono che gli italiani intendono dispiegare i Reaper armati in Afghanistan, teatro operativo nel quale da pochi mesi Roma ha autorizzato anche i cacciabombardieri Amx a impiegare le bombe. Un dato che sembra indicare che missili, bombe e sistemi di supporto statunitensi giungeranno i tempi rapidi sulla base di Amendola considerato che già dal prossimo autunno il contingente italiano a Herat pare destinato a dimezzarsi da 4mila a 2mila militari nei primi mesi del 2013.
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